Gerevini a CM: 'Yonghong Li faccia vedere i documenti. Su Galliani...'
Gerevini, com'è nata l'inchiesta che state portando avanti su Yonghong Li?
'E' nata dalla curiosità di capire cosa stesse succedendo al Milan, di approfondire. Mi sono interessato alla vicenda già ai tempi del closing siccome era evidente che vi fossero delle zone d'ombra intorno alla figura di Yonghong Li'.
Il Presidente del Milan ha dovuto fornire delle informazioni per superare i controlli dell’Antitrust, ma anche della Lega Serie A e la Figc. In molti si domandano come mai non siano venuti fuori questi debiti non pagati dalla Cina: che idea si è fatto?
'Dipende sempre da che tipo di informazioni ha dato, se sono state a matrioska. Non si capisce perché non vengano rese note le informazioni e le credenziali che Yonghong Li ha dato alla Federazione oppure alla banche quando ha fatto l'operazione'.
Questa mattina Adriano Galliani ha ribadito che nella fase di acquisizione del Milan, Yonghong Li ha superato diverse verifiche e non sarebbe insolvente.
'Galliani ha reso queste dichiarazioni perché evidentemente ci crede ed è il venditore del Milan, è chiaro che non ha dubbi, mi vien da dire meglio per lui. Come le ho detto prima bisogna vedere se non sono credenziali a matrioska, della holding lussemburghese che si è fidata a sua volta della banca cinese. Si è scoperto che anche le prime fideiussioni non erano così solide. Di questa vicenda si stanno occupando non solo i giornali italiani ma anche quelli stranieri, farebbe bene al Milan che il suo proprietario rendesse pubbliche questo tipo di informazioni e credenziali in modo tale da fugare ogni dubbio: perché non lo fa?'.
Nel servizio pubblicato ieri vi ponete la domanda di come un imprenditore dal patrimonio stimato in 500 milioni sia stato capace di portare un'operazione da quasi 1 miliardo di euro: quali possono essere stati gli scenari?
'Sulle stime relative al patrimonio da 500 milioni non sono mai arrivate delle smentite. E' un'operazione che non ha un senso, anche la valutazione economica del club non aveva senso. I casi sono due: o c'è qualcuno che fa parte dell'operazione con lui e non è emerso, visto che si è presentato da solo, o Li ha un patrimonio nascosto da qualche parte. Se dovesse essere la seconda opzione, non vedo perché debba indebitarsi a quei tassi, o perché non abbia saldato i debiti che ha in Cina per evitare la bancarotta. Questa operazione non sta in piedi'.
Alla luce di queste rivelazioni, cosa prevede per il futuro di Yonghong Li e del Milan?
'Se Yonghong Li non è in grado di sostenere il Milan, ci sarà qualcuno che subentrerà al cinese nella gestione economica del club. Chiaramente non sarà una cosa semplice e presenta diversi pericoli perché deve essere chiuso un bilancio a giugno. Chi è che si prende in mano una società che presenta questi problemi? Sono cinque mesi che stanno cercando di rifinanziare e non ci riescono, queste non sono illazioni ma è una spia che si accende. Chiunque ascolti le parole di Fassone nel mercato non è disposto a rischiare. Per mercato intendo qualsiasi banca di un certo livello, non perché il Milan non sia un marchio valido o un brand importante. Si ha una proiezione di cui il mercato non si fida, semplicemente per questo. L'Inter, che sta facendo delle scelte anche discutibili dal punto di vista tecnico, è molto più indebitata del Milan però ha una proprietà che fa da garanzia. Quando sono andati a chiedere un finanziamento sul mercato hanno trovato subito qualcuno disposto a concederlo, ci hanno messo poche settimane per ottenerlo a tassi bassi, mentre Yonghong Li sono cinque mesi che paga tassi dell'11% a titolo personale, mentre il 7,7% sui prestiti al Milan. Questa è la valutazione del rischio che il mercato dà, il Milan ha un rischio elevato ma non elevatissimo perché Elliott ha in garanzia il Milan stesso, ha in pegno tutti gli asset del club. Se devo finanziare la holding lussemburghese ti faccio l'11% perché ho meno garanzie e mi fido poco, lo stesso Elliott lo dice, il rischio lo dice'.