Getty Images
Genoamania: una rivoluzione con poche certezze
La telenovela Criscito, l'addio a Kouame e Agudelo, l'ennesimo ribaltone con Iturbe sono stati gli episodi culmine di un mercato il cui giudizio complessivo appare comunque ampiamente insufficiente.
Due erano gli obiettivi che il Genoa doveva centrare in questo mercato invernale per cercare di dare una sterzata netta ad una stagione fin qui disgraziata. Il girone di andata ha evidenziato in maniera lampante come a questa squadra manchino un attaccante da doppia cifra e una mezzala di spessore. Eppure, tra tanti movimenti, nessuno dei due è arrivato.
Davanti si è riaccolto un Destro che bomber non lo è mai stato e che per di più è tutto da rivitalizzare e uno Iago Falque sul quale le incognite fisiche sono parecchie. In mezzo sono stati comprati Behrami da svincolato e reduce da molti mesi di inattività e lo semisconosciuto Erikson, costato quanto un box in centro città. In compenso molto si è mosso nel reparto arretrato, quello che forse necessitava meno aggiustamenti. Vero che attualmente il Genoa vanta la seconda porta più violata di tutta la Serie A, ma imputare le responsabilità di questo dato esclusivamente al pacchetto difensivo non appare una valutazione corretta.
In conclusione, la sensazione generale è che ancora una volta la società si sia mossa molto, forse anche troppo, ma non nella giusta direzione, portando a Pegli molte incognite e poche certezze. 33 operazioni complessive tra entrate ed uscite, in pratica più di una al giorno, non sembrano aver plasmato un Genoa più forte. Nell'attesa che il campo dia l'unico giudizio che conta, il nostro non può che essere negativo.