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    Genoamania: un altro poker per ripartire

    Genoamania: un altro poker per ripartire

    • Marco Tripodi

    Cambiano le competizioni, non i risultati.
     

    Anche in Coppa Italia, ieri sera, il Genoa ha dimostrato quant'era già stato evidenziato in campionato. Una squadra smarrita ed in balia dell'avversario, lontana parente di quella esaltante ammirata fino ad un paio di mesi fa.
     

    ALTRA BATOSTA - Pur contro una Lazio infarcita di seconde linee, il Grifone non è stato in grado di assecondare le volontà di gloria del proprio allenatore, che sulla seconda competizione nazionale aveva più volte dichiarato di puntare molto.

    Il secondo poker al passivo, incassato nel giro di tre giorni, conferma tutti i dubbi e le preoccupazioni dei tifosi. Esattamente come Sansone, che persa la folta chioma dovette rinunciare anche alla sua straordinaria forza, questa squadra senza aver perduto il bandolo della matassa con gli addii di Pavoletti e Rincon. Soprattutto l'assenza del venezuelano si sta rivelando ferale. Non può essere un caso se in tre delle quattro gare giocate senza El General (contro Palermo, Cagliari e Lazio) il Genoa, che per buona parte del torneo vantava la seconda difesa della Serie A, abbia subito ben 4 reti per volta.

     

    TEMPI SBAGLIATI - Una scelta, quella di rinunciare al capitano del Venezuela, azzardata quanto meno nei tempi. Dal momento che le offerte per Rincon non mancavano non si capisce la necessità di privarsene prima ancora di trovarne il naturale sostituto. Sarebbe bastato un po' più di temporaggiamento da parte dei dirigenti rossoblu per garantire una successione meno traumatica al Grifone. Ma tant'è, ormai, quel che è fatto non si può cambiare e non resta che guardare avanti nella speranza che prima o poi si incominci ad intravedere una lucina in fondo a questo tunnel lunghissimo fatto di sconfitte e pessime prestazioni.

     

    SPERANZE - E qualche spunto incoraggiante la gara di ieri sera forse l'ha lasciato trasparire. Aldilà degli orrori difensivi, intesi come fase e non solo come reparto, al Genoa va riconosciuto il merito di non aver mollato la presa neanche dopo il doppio vantaggio iniziale della Lazio. Anzi con caparbietà e un pizzico di fortuna i rossoblu sono riusciti a raddrizzare una partita nata male e per un soffio, nella ripresa, hanno mancato la clamorosa rimonta. Una rimonta fermatasi sul palo centrato da Ocampos. Uno di quelli episodi che cambiano le gare e spesso anche le stagioni. Il legno centrato dal giovane argentino è servito invece da sveglia alla Lazio, che infatti di lì a poco, anche grazie all'ingresso di due titolari, ha cambiato l'inerzia dell'incontro.

    Peccato, perché per un po' il Genoa ci ha creduto alla possibilità di accedere ai quarti di coppa. Un'eventualità che più che prestigio avrebbe ridonato al Grifone quel minimo di autostima e consapevolezza nei propri mezzi che l'inverno sembra aver congelato.

     

    ULTIMA SPIAGGIA - Ma è proprio da qui che Juric deve ripartire. Da quel carattere mostrato a cavallo dell'intervallo. Se è vero, come dice lui e come ha confermato Pinilla, che lo spogliatoio lo segue, questo è il momento per dimostrarlo. Inutile sottolineare come domenica a Marassi contro il Crotone, guarda caso proprio l'ex squadra dell'attuale tecnico rossoblu, il risultato possibile sia soltanto uno. Senza se e senza ma. In caso contrario le riflessioni a Villa Rostan sarebbero doverose e non dovrebbero riguardare solamente la componente tecnica.


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