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    Genoamania, la lezione di Spalletti e la penuria di Juric

    Genoamania, la lezione di Spalletti e la penuria di Juric

    • Marco Tripodi

    Nella gara contro la Roma abbiamo assistito ad una prima volta.

    Mai nel corso di questa stagione il Genoa di Ivan Juric aveva infatti faticato così tanto a Marassi. Invece al cospetto dei giallorossi i rossoblu hanno giocato, almeno nel primo tempo, la peggior partita interna di questa stagione.

    Il quesito da sciogliere è quello di capire se la causa di ciò sia da ricercare nell'organizzazione tattica della squadra di Spalletti oppure derivi dalle pesanti cessioni di mercato che hanno indebolito il Grifone. La risposta, come spesso accade, probabilmente sta nel mezzo.

    MERITI GIALLOROSSI - La Roma ha avuto senza dubbio molti meriti nell'imbrigliare il Genoa. Spalletti non è inciampato laddove erano caduti alcuni suoi illustri colleghi. Montella prima, Allegri poi e Sousa infine erano arrivati Genova sicuri di avere vita facile al cospetto dei rossoblu. Una convinzione resa palese da schieramenti eccessivamente rivoluzionati rispetto al solito. Ed hanno finito per incassare sonore sconfitte.

    Il tecnico di Certaldo, invece, non ha commesso lo stesso errore. Anzi, nonostante qualche defezione ha mandato in campo l'undici migliore, chiedendo ai suoi una partenza sprint che solitamente è un marchio di fabbrica degli ragazzi di Juric. E i fatti, oltre al risultato, gli hanno dato ragione.

    LIMITI ROSSOBLU - Tuttavia, aldilà delle virtù dei capitolini, non si possono non sottolineare anche i limiti di un Genoa apparso inevitabilmente senza guida nella zona nevralgica del campo. La cessione di Rincon è sicuramente pesata nell'economia della gara, ma altrettanto importante è stata anche l'assenza di Veloso. Con il solo Cofie, peraltro travolto dalla strapotenza fisica e tecnica di Naingollan, come mediano di ruolo, Juric ha dovuto far arretrare Rigoni dalla trequarti per completare un reparto palesemente a corto di uomini. Ma anche il veneto, dopo mesi passati a svolgere altri compiti, non è sembrato troppo a suo agio nelle vecchie vesti di incontrista.

    Che il Genoa debba correre ai ripari per riparare queste evidenti falle a centrocampo è ormai evidente anche ai ciuffi d'erba di Marassi e lo stesso Juric nel post-gara l'ha ammesso.

    MERCATO DEFICITARIO - Anche perché le mosse effettuate finora in entrata non sono certo sufficenti per colmare queste lacune. Per viva voce dello stesso allenatore croato urgono altre forze fresche. Beghetto, dopo solo sei mesi in Serie B nel proprio curriculum, è stato definito ancora acerbo mentre a Morosini serviranno almeno uno o due mesi per metabolizzare l'impatto con la massima categoria. Per quanto ottime operazioni in prospettiva, nessuno dei due neoacquisti appare quindi una soluzione ai problemi in mezzo al campo di cui soffre Juric.

    Non resta dunque che volgere lo sguardo al mercato. Ma senza fare nomi, anche perché quelli che girano sono già fin troppi. La società sa cosa serve a Juric e il tecnico ha carisma a sufficienza per evitare giri di parole quando si confronta con la dirigenza. La mossa giusta arriverà. La speranza è che i tempi non sia troppo lunghi.

    MALEDIZIONE PERIN - Oltre alla sconfitta, la partita di ieri ha lasciato un'altra pesante eredità. L'infortunio patito da Perin è apparso subito molto grave e i primi esami, evidenziando la rottura del crociato, hanno purtroppo confermato le più pessime previsioni. Una vera maledizione per un ragazzo giunto al terzo grave infortunio della sua carriera. Per lui la stagione è finita qui. Non resta che augurargli un rapido e definitivo recupero, obbiettivo per il quale, siamo sicuri, Perin lavorerà già da oggi. Mettendoci tutta la cocciutaggine che lo contraddistinge. In bocca al lupo campione, non mollare!

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