Genoamania: tra i due litiganti chi rischia è il Grifone
Ormai è ufficiale: siamo arrivati al punto di non ritorno.
Le schermaglie dialettiche di questi ultimi due giorni hanno sancito il definitivo distacco tra Enrico Preziosi e la tifoseria del Genoa. Due soggetti che non si sono mai amati ma che ora, dopo quasi quindici anni di convivenza, non vogliono più saperne l'uno dell'altra.
Come due amanti unitisi in matrimonio per ragioni di convenienza ma ormai esasperati dalle lacune del partner, le parti in causa sembrano destinate a dividere le proprie strade, proseguendo con altri le rispettive esistenze.
Il problema però è che quando due sposi si separano spesso a pagarne le conseguenze sono quelli che stanno nel mezzo, il frutto del loro vero o presunto periodo d'amore. In questo caso, per fortuna, non si tratta ovviamente di figli ma del Genoa, una società che per molti suoi sostenitori è, per dirla alla catalana, 'mas que un club', molto più di una semplice squadra di pallone.
Mai come in questo momento il futuro del Grifone appare incerto: da una parte c'è un presidente che anche se tra luci ed ombre ha comunque saputo garantirgli un periodo di solidità, stabilità e, in parte, anche successi, come raramente era accaduto in precedenza. Dall'altra ci sono le giuste rimostranze di chi non ne può più di vedersi la squadra smantellata ogni sei mesi, senza avere neanche il tempo di creare nuovi cori per i propri beniamini.
La soluzione ideale è anche la più difficile da raggiungere: trovare un acquirente che sia affidabile economicamente come Preziosi ma allo stesso tempo attaccato ai colori rossoblu come i sostenitori veri. Un presidente-tifoso insomma, come quelli di una volta. Cosa rara però nel calcio di oggi.
Il rischio concreto è quello che il club più antico d'Italia finisca nelle mani di qualche speculatore che pensi esclusivamente al proprio tornaconto personale, trascinando la squadra verso una mediocrità che non si meriterebbe. Tutto infatti si può dire su Preziosi tranne che non abbia mantenuto il Genoa ad alti livelli, evitando quello che tanti suoi pseudo-colleghi hanno fatto in altre piazze illustri, vedi Parma.
Seppur giunti al punto di non ritorno, ora occorre evitare di arrivare a quello di rottura totale.
E' giusto che le strade si dividano ma occorre farlo con calma, pensando per prima cosa al bene del Genoa. A costo di ingoiare ancora altri bocconi amari.