Genoamania: si chiude il 2016, ovvero l'alba del giorno dopo
Quello che stiamo per lasciarci alle spalle sarà un anno che entrerà di diritto nella plurisecolare storia del Genoa. A tracciare un segno indelebile sul 2016 non saranno tanto i risultati, tutto sommato mediocri e non certo esaltanti, quanto la fine di un'epoca che ha contraddistinto il passato recente del Grifone.
FINE DI UN'EPOCA - L'addio di Gian Piero Gasperini, dopo l'arrivederci di qualche anno fa, rappresenta infatti uno di quei punti di non ritorno dai quali occorre resettare tutto e ripartire.
Assieme a Franco Scoglio ed Osvaldo Bagnoli, il tecnico di Grugliasco è stato senza dubbio l'allenatore più importante nel Genoa dal dopoguerra ad oggi. Aldilà dei molti anni passati sulla panchina rossoblu, sette stagioni e mezzo seppur in due riprese rappresentano già di sé un'anomalia nel calcio italiano di quest'epoca, il Gasperson si è reso protagonista di un ciclo difficilmente ripetibile, raccogliendo ottimi risultati attraverso un gioco brillante e moderno.
Anche se il rapporto con una parte della tifoseria alla fine si era incrinato visibilmente, l'allenatore piemontese resterà a lungo nei cuori e nella testa di chi il Genoa lo porta dentro. Non fosse altro per quella doppia qualificazione europea (anche se poi una saltò a tavolino) che rappresenta un unicum nei 123 anni di vita del Grifone.
NUOVA ERA- Siccome però ogni fine corrisponde anche ad un nuovo inizio, ecco che all'orizzonte rossoblu si intravede già il candidato ideale per raccogliere la pesante eredità del Gasp.
Ivan Juric non è solo un discepolo tattico dell'attuale tecnico dell'Atalanta. Lui condensa tutto quello che il tifoso rossoblu chiede a chi porta in giro per i campi d'Italia il vessillo del Grifone. Il croato è un combattente ma è pure un filosofo che cerca di trasmettere queste sue visioni del calcio anche ai propri giocatori, spesso riuscendoci.
Non ha dovuto conquistare nessuno, il pirata di Spalato. A Genova lo conoscevano già tutti. Caso mai ha dovuto confermare le buone impressioni lasciate quando indossava i pantaloncini corti, cosa forse ancor più difficile. Eppure per ora ci sta riuscendo, pur con risultati non sono certo memorabili. Negli occhi di molti ci sono le scintillanti vittorie con Milan, Juve e Fiorentina, ma non si possono dimenticare neppure gli scivoloni con Palermo, Sassuolo e Atalanta, tanto per citare i più fragorosi. Insomma Juric fin qui ha lasciato intravedere cose potenzialmente importanti ma anche amnesie pericolose che di fatto rischiano di tarpare le ali ad una Grifone altrimenti destinato a spiccare il volo. Però nessuno si sogna di contestarlo. E meno male aggiungo io.
Il tecnico croato è il vero fuoriclasse di questo Genoa. La mossa più azzeccata che Preziosi potesse fare per non far rimpiangere Gasperini. Con lui al timone si ha la sensazione di poter rinunciare a cuor leggero anche a due partenze pesanti come quelle di Pavoletti e Rincon. Non importa chi arriverà o chi saluterà, ci penserà Juric a sistemare la squadra.
PROSPETTIVE - Questo almeno è quello che si augurano i tifosi rossoblu. Le premesse per aprire un nuovo ciclo ci sono tutte. Così come quelle per far sì che il 2016 venga ricordato come l'alba di un nuovo giorno.
Per avere la controprova, però, non si può far altro che attendere. Solo il futuro ha le risposte.