Genoamania: sconfitti da un episodio ma attenzione a sottovalutare i segnali
Mi vien difficile commentare una gara come quella di ieri. Non tanto perché l'hai persa. Una sconfitta di misura nel derby ci può stare. Quanto per come l'hai persa.
Prima del fischio d'inizio, Laxalt aveva dichiarato che partite così si vincono con la cattiveria agonistica. E ieri sera la Sampdoria ne ha avuta più del Genoa. Giampaolo ha capito che solo così poteva colmare il gap con i “cugini” e i suoi ragazzi sono stati bravi ad assecondarlo.
EPISODI - Eppure la sconfitta è immeritata. Nonostante le pagelle dei giornali oggi dicano che i blucerchiati siano stati nettamente superiori ai rossoblù, io tutta questa differenza di valori non l'ho vista. In campo si sono fronteggiate due formazioni sullo stesso livello, sfidatesi a viso aperto in una gara decisa da un episodio fortuito. Per carità, la Samp ieri non ha rubato nulla. Ha fatto la sua onesta partita, affidandosi e facendosi trascinare da un Muriel in stato di grazia. Tuttavia, a parte nelle frazioni iniziali dei due tempi, i ragazzi di Giampaolo non hanno fatto molto di più di quelli di Juric, la cui assenza alla fine si è sentita eccome.
NOTE DOLENTI - Non si spiegano altrimenti i due svarioni difensivi che hanno portato alle reti dei blucerchiati. Perché aldilà degli episodi, non si può nascondere che ieri sera il Grifo abbia mostrato diversi problemi soprattutto nel reparto arretrato, quello che finora era stato il suo punto di forza. L'intero pacchetto difensivo è stato meno sicuro del solito, subendo due reti simili per dinamica a quella incassata col Pescara un mese fa. A pesare è stato soprattutto lo scarso filtro del centrocampo, dove Veloso e Rincon sono apparsi bisognosi di tirare il fiato dopo un inizio di campionato giocato sempre a mille. Stesso discorso vale per Laxalt, autore di una prova insolitamente opaca.
Non è una novità, invece, la sterilità offensiva. Dopo le sei reti realizzate nelle prime due giornate, l'attacco del Genoa si è praticamente bloccato. Nelle successive sei gare (escludendo ovviamente lo spezzone con la Fiorentina), i rossoblu hanno segnato la miseria di tre reti. Una media da retrocessione. Del resto là davanti le assenze sono state tante e non si può pretendere che a portare sulle proprie spalle il peso di un intero reparto possa essere sempre e solo un ragazzino di 21 anni che fino a pochi mesi fa giocava dall'altra parte del mondo.
Proprio dal reparto avanzato arrivano però anche le poche note liete, almeno in prospettiva futura. Pavoletti ha finalmente riassaporato il campo, anche se ci vorrà ancora un po' di tempo perché possa trovare la forma migliore, e Ninkovic, anche lui dentro nel finale, ha confermato le buone sensazioni mostrate in precedenza.
RIPARTIRE - E' da qui che deve ripartire il Grifone. E il calendario dice che può farlo immediatamente, già da dopodomani. Martedì si torna infatti in campo e Burdisso e compagni hanno subito l'occasione per buttarsi alle spalle lo scivolone di ieri sera. Certo, l'avversario non è dei migliori. Il rigenerato Milan del mai amato ex Vincenzo Montella, reduce dall'importante vittoria sulla Juventus, potrebbe sembrare il rivale peggiore da affrontare in questo momento. Ma il Diavolo a Marassi raramente ha avuto vita facile, e Juric finalmente potrà contare quasi sull'intera rosa.
L'occasione è dunque quella giusta per rialzare la testa e ritrovare quella vittoria che al Ferraris manca ormai da due mesi.