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    Genoamania: quel inutile sacrificio di Juric

    Genoamania: quel inutile sacrificio di Juric

    • Marco Tripodi

    L'effetto Mandorlini si è già esaurito. A patto che ci sia mai stato.

    I quattro punti rimediati in zona Cesarini contro Bologna ed Empoli avevano illuso molti che l'avvento del tecnico romagnolo potesse aver fatto cambiare marcia ad un Genoa ormai spento.

    Sono bastati due sabati sera ed altrettanti 1-0 al passivo per capire che in realtà il paziente resta ancora in prognosi riservata.

     

    BOCCIATURA - Ieri nella San Siro rossonera abbiamo assistito all'ennesima scena muta di un Grifone in piena crisi d'identità. Contro un Milan tutt'altro che irresistibile e zeppo di seconde linee, il Genoa è sembrato non scendere mai in campo. La striminzita vittoria dei meneghini non deve tranne in inganno. Con più precisione e lucidità sotto porta i ragazzi di Montella avrebbero potuto chiudere i conti ben prima del 90', semplicemente finalizzando almeno una delle diverse occasioni create. Poco male per loro visto che il risultato non è sembrato mai in bilico, semplicemente perchè i rossoblu non sono mai parsi in grado di creare pericoli dalle parti di Donnarumma.

    L'unico a sbattersi un po' è stato Taarabt, desideroso di farsi rimpiangere dal suo vecchio pubblico, ed autore di un paio di spunti interessanti in avvio di partita. Alla lunga però anche il fantasista di Fez si è omologato al grigiore generale che ormai contraddistingue la compagine genoana.

    APATIA - Un grigiore che i già citati risultati raccolti con Bologna e Empoli avevano in parte nascosto. Anche allora le prestazioni del Genoa furono poco convincenti, ma la prova di squadra venne in entrambi i casi oscurata dai preziosi punti raccolti nel finale grazie alle fiondate di un Ntcham nel frattempo tornato ad essere quello che tutti a Genova già conoscevano.

     

    RENDICONTO PASSIVO - Dopo quattro gare e alla vigilia della sosta per le Nazionali, si può così tracciare un primo bilancio dell'era Mandorlini. Ed il giudizio non può essere positivo. Chiamato a gran voce per risollevare le sorti del Grifone a scapito del pirata Juric, l'ex tecnico del Verona non ha finora saputo lasciare traccia del proprio passaggio. La squadra gioca, se possibile, ancora peggio di come faceva con il croato negli ultimi tempi, e giocatori simbolo del Genoa di inizio stagione, come Laxalt e Simeone, sembrano ombre rispetto a qualche mese fa.

    Eppure Mandorlini la sua mano in qualche modo sta cercando di mettercela. Ha cambiato schema rispetto al passato, prima usando un 3-5-2 di transizione, poi un 4-3-3 di rottura, e modificato interpreti, ripescando giocatori dimenticati o mai utilizzati dal suo precedessore. L'unico merito riconosciuto è quello di aver finalmente dato una stretta alle maglie difensive dei rossoblu che nelle ultime quattro gare hanno subito solo tre reti, come non accadeva da ottobre. La solidità della retroguardia è andata però a discapito di una manovra offensiva che sembra arenarsi una volta giunta sulla trequarti avversaria. E i risultati non sono certo stati quelli sperati.

     

    Insomma Mandorlini non sta facendo poi molto meglio di Juric. A dimostrazione, se ancora ce ne fosse stato bisogno, che forse il problema non era in panchina...


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