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Genoamania: ora tutti sul carro di Lapadula, ma durerà poco
Ma adesso che il brutto anatroccolo è diventato cigno almeno per qualche ora, spezzando quel malvagio incantesimo che da tempo incatenava gli artigli del grifone, si assiste ad una levata di scudi in sua difesa quantomeno imbarazzante. Tutti o quasi oggi riconoscono all'ex capocannoniere di Serie B quella grinta e quel carattere che da sempre sono stati il suo marchio di fabbrica ma che fino a due giorni fa nessuno sembrava attribuirgli.
Neanche l'essere stato forse l'unico a dannarsi l'anima nella sciagurata trasferta di Udine di qualche settimana fa, in una delle rare occasioni concessegli in stagione, era servito per far cambiare il giudizio complessivo su di lui. A differenza dei suoi colleghi di reparto, Piatek escluso, che pure numeri alla mano non hanno certo fatto meglio, lui è sempre stato nell'occhio del ciclone della critica. Kouame è ancora giovane, Pandev è vecchio, Galabinov si sbatte, Pepito Rossi è sfortunato, Sanabria deve ambientarsi: per ogni attaccante rossoblù in questi ultimi due anni c'è stata una giustificazione allo scarso rendimento sottorete. Soltanto al piemontese questa indulgenza non è stata mai concessa. Neppure sapendo che Lapadula convive da mesi con una serie di guai fisici che avrebbero mandato al tappeto anche il più tenace dei combattenti.
Evidentemente vittima e prigioniero del suo lauto ingaggio e del fatto di essere stato l'acquisto più caro nella storia del club più antico d'Italia, a Lapadula non basterà neanche il fortunoso ma fondamentale gol di ieri per risalire definitivamente nella classifica delle simpatie dei tifosi rossoblù.
Forse la rete di ieri resterà una bella ma solitaria rondine di inizio primavera che in molti tra qualche giorno già scorderanno di aver incrociato. Ma se il Genoa riuscirà ancora una volta a salvare la categoria un pizzico di merito e di riconoscenza andrà doverosamente attribuito a Lapa-Gol. Magari con tanto di scuse.