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    Genoamania: ode a Ballardini, il risolutore rossoblù

    Genoamania: ode a Ballardini, il risolutore rossoblù

    • Marco Tripodi
    Quentin Tarantino lo chiamava Mister Wolf. I greci la impersonificavano nella dea Metis. Per i tifosi del Genoa il problem solver rossoblù è semplicemente Davide Ballardini.

    Le doti taumaturgiche dell'allenatore romagnolo sono riconosciute da tempo in quella parte di Superba il cui cuore batte per il club più antico d'Italia. Ma siccome anche le certezze più salde hanno ogni tanto bisogno di essere confermate, ora i dubbi sono stati spazzati via definitivamente. Il Balla ce l'ha fatta di nuovo. Zittendo una volta ancora gufi, maligni e scettici.

    ANCORA LUI - Quella che sembrava la più impossibile delle missioni si è trasformata nell'ennesimo trionfo personale per il tecnico. L'ennesima salvezza regalata al Genoa dal vate di Ravenna può sembrare una cosa scontata. Il traguardo minimo da raggiungere per una formazione comunque ricca di talenti. Ma basterebbe sfogliare le pagine del calendario per accorgersi che non è così. Il 22 dicembre, alla vigilia del 14° turno di campionato, il Grifone languiva in penultima posizione, avanti di un punto al solo Crotone dopo aver vinto una sola gara nel primo trimestre del torneo, peraltro proprio contro i calabresi. La chiamata al suo capezzale del dottor Ballardini sembrava la classica mossa della disperazione. Dopo aver rianimato il club in tre precedenti occasioni, in molti ritenevano che questa volta il defibrillatore rossoblù avrebbe fatto cilecca. E invece la scossa è arrivata subito, fin dalla prima uscita. 2-1 in rimonta al super-Spezia autunnale di Vincenzo Italiano. Una vittoria fondamentale per l'umore e per la classifica, che fece da prologo alla straordinaria scalata al Montirolo che Criscito e compagni avevano davanti.

    BATTICUORE - ​Le basi per la salvezza certificata ieri dalla matematica furono buttate nel mese e mezzo successivo, quando il Genoa seppe raccogliere 18 punti in 7 partite, innestando una marcia da zona Champions. Il calo successivo fu l'inevitabile riposo a cui dovette sottoporsi un motore che si era spinto al massimo dei suoi giri. Per un po' la vittoria ridivenne un'eccezione ma la zona rossa della classifica rimase comunque sempre a distanza di sicurezza. Anche se nelle ultime settimane nella testa del tifoso genoano qualche paura è riaffiorata, dettata più dal ricordo di ciò che è stato negli ultimi anni piuttosto che dai segnali di una squadra che quando doveva vincere lo ha comunque sempre fatto. Compreso ieri sera a Bologna, quando l'obbligo del risultato si è tramutato in determinazione nel compiere l'ultimo passo.

    PROVVIDENZA - Merito e onori, dunque, a chi su questa salvezza ci ha messo ancora una volta la sua firma. Un tecnico forse sottovalutato altrove ma che nella Genova rossoblù ormai da tempo ha assunto il soprannome di Mister Wolf, il personaggio di Pulp Fiction che accorreva per risolvere qualsiasi tipo di problema. Volendo essere un po' più classici si potrebbe scomodare addirittura un paragone con quella dea arcaica che i greci chiamavano Metis. Una divinità successivamente assorbita dalla più famosa Atena, la cui peculiarità era quella di saper sempre trovare una via d'uscita. Anche e soprattutto quando questa sembrava non esserci. Metis era la capacità di cavarsela in ogni situazione, semplicemente ricorrendo al buon senso e al pragmatismo, senza farsi sopraffare dalla paura. Esattamente ciò che ha sempre fatto Ballardini con il Genoa. E se riuscirci una volta può essere un caso, due una coincidenza, tre un indizio, ripetersi per quattro circostanze non può che assumere i contorni di una prova inconfutabile: Ballardini è davvero la reincarnazione della vecchia e cara Metis. L'Antica divinità a cui da oggi tutti i tifosi rossoblù dovranno rendere omaggio a imperitura memoria.

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