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    Genoamania, la vittoria della tranquillità e dell'audacia

    Genoamania, la vittoria della tranquillità e dell'audacia

    • Marco Tripodi
    Ciò che dai, ricevi. Ne sa qualcosa il Genoa che oggi pomeriggio a Verona ha ottenuto in cambio dal prato del Bentegodi proprio ciò che aveva messo in campo: una bella dose di tranquillità.

    Forti della consapevolezza di avere da perdere molto meno dei propri avversari, contro un Chievo in crisi nera i rossoblù sono scesi in campo con la serenità di chi dopo i recenti risultati, propri ed altrui, ha dalla sua il vantaggio di poter giocare a cuor leggero. Non avere la necessità di vincere a tutti i costi, a differenza dei veronesi, è risultato fondamentale per inclinare la bilancia dell'incontro odierno dal versante genoano. Eppure non si può evitare di sottolineare come nonostante un pareggio potesse tutto sommato stare più che bene ai ragazzi di Ballardini, proprio come era avvenuto lunedì scorso nell'Olimpico laziale il Grifone è stato premiato dall'audacia di non volersi accontentare. Un'audacia palesata dall'atteggiamento del proprio allenatore che dopo aver inserito nell'ultimo quarto d'ora elementi prettamente offensivi come Lazovic e Bessa, in sostituzione dei più prudenti Pereira e Hiljemark, ha continuato ad incitare i suoi a cercare di sfondare il fortino gialloblù. E alla fine il suo coraggio ha ricevuto la giusta ricompensa.

    Ma come dicevamo all'inizio, la tranquillità il Genoa non l'ha soltanto messa in campo, l'ha anche ricevuta indietro sotto forma di una posizione di classifica che dalle parti di Pegli non si vedeva dai tempi di Gasperini. In questo momento la graduatoria della Serie A dice che i rossoblù hanno dieci punti di vantaggio sulla zona retrocessione e undici di distanza dalla fascia europea. Se cullare sogni continentali sembra un'eresia, è però altrettanto innegabile che la banda del Balla stia navigando in un limbo di assoluta serenità anche rispetto alla pattuglia che sgomita per un posto al sole.

    L'unico rischio, ora come ora, potrebbe essere quello di un eccessivo rilassamento di un ambiente mai così euforico negli ultimi due anni. Ma anche in questo caso, non si può che fare affidamento sulla professionalità, e sulla tranquillità, del Maestro di Ravenna.

     

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