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    Genoamania, la crisi di Piatek per capire chi è

    Genoamania, la crisi di Piatek per capire chi è

    • Marco Tripodi
    Nuovo Milito o Pratto-bis? Il digiuno da gol ormai acclarato di Kris Piatek non può non preoccupare tutto il mondo Genoa, sollevando legittimi dubbi sul suo reale valore.

    A cominciare dai tifosi che vivono nel timore che l'inaridimento della vena realizzativa del polacco possa trascinare il Grifone verso i bassifondi della classifica. Un timore condiviso anche da Ivan Juric, la cui puntellatura della panchina dipende anche dalla mira sottorete del suo centravanti titolare, e ovviamente dalla società, che già pregustava di poter realizzare grazie alla cessione del giocatore una ricca e clamorosa plusvalenza.

    Insomma il ritorno al gol di Piatek  viene invocato dalle parti di Pegli come un santo in tempi di carestia. Tutti hanno bisogno che l'ex attaccante del Cracovia torni ad essere quel pistolero implacabile ammirato nei primi due mesi di stagione.

    Ma il primo ad averne bisogno è probabilmente proprio lui stesso. Dopo essere stato ricoperto di complimenti e accostato a tutti i più grandi bomber del passato, a volte anche in maniera piuttosto improbabile, ora Piatek si scontra con la faccia opposta della stessa medaglia. I commenti di chi lo definisce una bolla di sapone già scoppiata si sprecano e il dubbio che ciò possa essere vero comincia ad affiorare anche nella testa dei suoi più strenui sostenitori.

    In realtà, cercando di essere un po' più equilibrati, non si può non considerare il fatto che tutti gli sportivi, anche i più grandi di tutti i tempi, prima o poi si imbattono in un periodo di crisi. Un passaggio momentaneo che appare più lampante e grave di quanto in realtà sia se ad esserne protagonista è uno che di mestiere deve fare gol. Piatek insomma sta vivendo un calo fisiologico e naturale, un abbassamento della propria curva realizzativa figlia di quello stesso picco vissuto fino a un mese fa.

    Onestamente non so, e credo che nessuno lo sappia, se Piatek diverrà o meno un grande campione. Ma una cosa è certa: la sua maturazione come atleta e come uomo deve passare proprio attraverso questi momenti di magra. Se saprà superarli traendone i giusti insegnamenti sono convinto che tra qualche settimana, o al più tra qualche mese, ci ritroveremo un giocatore addirittura più forte di quello visto fino a poco tempo fa.

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