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    Genoamania: fortuna ma non solo. Nicola è ciò che i suoi predecessori non erano

    Genoamania: fortuna ma non solo. Nicola è ciò che i suoi predecessori non erano

    • Marco Tripodi
    Se è vero, come recita un vecchio proverbio, che la fortuna aiuta gli audaci, ieri il Grifone è stato baciato con giusto merito dalla Dea Bendata. Perché se è indubbio che nella vittoria del Genoa sul Cagliari ci sia stata una bella dose di buona sorte, è altrettanto vero che mai come ieri Criscito e compagni hanno avuto come unico obiettivo i tre punti.

    La dimostrazione la si è avuta al 39' del primo tempo, quando l'infortunio muscolare rimediato da Ghiglione ha costretto Davide Nicola a rimescolare le carte. Chi si aspettava che al posto dell'esterno destro subentrasse un pari ruolo è rimasto sorpreso nel vedere alzare la lavagnetta luminosa con impresso il numero 19, quello di Goran Pandev. L'entrata del macedone ha non solo cambiato volto al Grifone, mostrandone un atteggiamento più aggressivo e propositivo, ma ha modificato l'andamento stesso della gara. E chissà, magari anche dell'intero campionato rossoblù. Una mossa che col senno di poi si è rivelata azzeccatissima ma che in caso contrario avrebbe calamitato valanghe di critiche sul tecnico piemontese.

    Siccome però alla fine ha sempre ragione il campo, non si può non rendere merito all'audacia di Nicola che con la sua intuizione (per nulla avventata, come egli stesso ha poi spiegato in sala stampa) ha letteralmente stravolto il quadro tattico di una gara che fino a quel momento era corsa via sui binari di un sostanziale equilibrio. Tra i meriti di un bravo allenatore c'è anche e soprattutto la capacità di saper leggere in corsa l'andamento di una partita. Ieri il tecnico rossoblù ci è riuscito alla perfezione e catalogare la vittoria genoana esclusivamente sotto la voce 'episodio fortunato' non sarebbe generoso né corretto. Perché al di là della buona sorte, componente comunque indispensabile in ogni settore della vita, ciò che ieri il Genoa ha avuto in più rispetto al recente passato è stata soprattutto la maestria tattica di chi si siede in panchina. Cosa che, a ben vedere, non fa che aumentare i rimpianti per quei due mesi d'autunno buttati nel cassonetto.

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