Genoamania: a testa alta contro il gigante bianconero
Proverbi e modi di dire sono, per loro natura, spesso scontati e lapallissiani.
Uno dei più gettonati da quando l'uomo ha scoperto la gioia di tirar calci ad una sfera di cuoio è quello che recita che “la palla è rotonda”. Se l'origine del detto è incerta, ciò che è chiaro a chiunque è invece il significato dello stesso: nel calcio non c'è nulla di scontato, soprattutto ciò che alla fine conta di più, ovvero il risultato.
Una delle chiavi del successo planetario del gioco più amato del mondo sta proprio in questa sua imprevedibilità. In nessun altro sport di squadra è così frequente vedere Davide che batte Golia.
E' questo che fa sognare i tifosi e li spinge a seguire una partita anche quando i pronostici danno per spacciata la propria squadra. Crederci sempre. E di questo hanno bisogno in questo momento i genoani. Non tanto i sostenitori del Grifo, la cui fede rimane incrollabile anche nel bel mezzo delle peggiori tempeste, quanto piuttosto i giocatori, evidentemente delusi e un po' depressi dopo le ultime uscite.
E' legittimo che una squadra che sta attraverso un pessimo periodo e che si appresta ad affrontare la prima della classe, oltretutto senza tre dei suoi uomini migliori, si senta sfavorita. Non però che parta battuta. I rossoblu in settimana l'hanno ripetuto quasi in coro, come un mantra: la Juve sarà anche un treno ma noi non ci scansiamo. Del resto quando in panchina hai uno come Ivan Juric certi pensieri non ti passerebbero per la testa neanche se dall'altra parte del campo ci fosse il Brasile di Pelè e Garrincha.
Il croato, a differenza di altri suoi colleghi, non è tipo da fare calcoli. Aldilà dell'emergenza contingente di uomini, lui non si sognerebbe mai di far riposare i suoi ragazzi migliori, dandosi già per sconfitto in partenza. Juric sa che le partite si giocano sempre fino in fondo, schierando la migliore formazione possibile dopo averla motivata al massimo. Pazienza se poi il campo non darà il risultato sperato, tu sarai comunque uscito a testa alta e nessuno avrà nulla da rinfacciarti.
Comunque, aldilà degli aspetti più o meno filosofici, questa è per il Genoa l'occasione migliore per rialzare la testa, poichè mai come domenica il Grifone non avrà nulla da perdere. Se uscirà sconfitto non avrà fatto peggio di tutte le altre squadre, milanesi escluse, incrociate in questo campionato dai bianconeri. Se invece riuscirà a fermare la capolista metterà in cascina punti e morale. Oro in un momento come questo.
Uscire imbattuti dal faccia a faccia con la Juve significherebbe spezzare quel circolo vizioso iniziato con la sconfitta nel derby. Da allora, nonostante la rondine primaverile della vittoria sul Milan, per il Genoa più che autunno si è fatto inverno pieno. Una stagione di magra contraddistinta da pochi punti e da pochi gol. Una spirale discendente che occorre spezzare al più presto.
E allora crediamoci. Tutti. Magari non servirà a nulla. Anzi probabilmente domenica alle 17 ci diremo che siamo stati degli illusi. Però di certo usciremo da Marassi a testa alta. Magari sconfitti ma dopo essersela giocata.
Anche perché la storia insegna che di risultati già scritti prima del fischio finale non ce n'è. Davide a volte atterra Golia.
In fondo la palla è rotonda e può capitare che rotoli dove meno te lo aspetti.