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Genoa, Zangrillo: "Dobbiamo rivisitare i nostri obiettivi. Volevamo tenere Gud e Retegui ma non abbiamo potuto"
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Tantissimi i temi toccati nelle due ore di trasmissione. A cominciare dalla situazione societaria e dalle continue voci su un possibile cambio di mano del pacchetto di maggioranza: "Ho parlato proprio oggi con Steven Pasko (uno dei fondatori della holding 777 Partners, ndr) e mi ha assicurato che allo stato attuale il Genoa Cfc è di proprietà dei 777. Il fine è il bene del Genoa e ben venga se ciò dovesse passare attraverso la tacitazione di qualsiasi controversia emersa in questi tempi: significa che la nostra governance internazionale è vincente. Per essere tali serve tranquillità economica, unità di direzione e supporto della nostra gente. Il ceo Blazquez è il padre padrone, a Pegli si fa quello che dice lui".
Malgrado la precisazione, Zangrillo non nega che la società stia attraverso un momento critico che spinge a rivedere gli obiettivi fissati tempo fa: "Dobbiamo navigare in un contesto che non è quello proposto tre anni fa dai 777 con grandi proclami all'americana e con Josh Wander che agitava il pugno sotto la Nord promettendo l'Europa: questa è storia. L'abbattimento del debito aumenta le nostre responsabilità perché siamo sotto la lente. Ci aspetta una progressiva evoluzione verso l'auto-sostenibilità economica, che comporta un percorso difficile, soprattutto in un contesto in crisi come il calcio italiano. Dobbiamo avere il coraggio di rivisitare le nostre aspettative, essere sinceri e coerenti. Quindi, come lo scorso anno avevo detto che l'obiettivo era una salvezza tranquilla, non posso che ribadire l'obiettivo per questo anno".
Il presidente ha poi cercato di giustificare le promesse fatte a suo tempo dall'amministratore delegato Andres Blazquez che a inizio estate avevo garantito la permanenza in rossoblù di Albert Gudmundsson che di Mateo Retegui, entrambi poi in realtà ceduti a Fiorentina e Atalanta: "Sono convinto della buona fede di allora del nostro ceo, secondo me c'è stato un errore di comunicazione. In quel momento la prospettiva di mantenere Gudmundsson e Retegui era ancora reale. A un certo punto abbiamo però avuto un imperativo categorico a vendere. Gudmundsson è un ragazzo splendido, pulito, genuino. Sicuramente non gli ha fatto bene essere accusato di essere colui che voleva andare via. Era vittima di dinamiche e personaggi negativi come i procuratori, che hanno a cuore solo i propri interessi. Abbraccio l'idea che un giorno possa tornare"
Situazione diversa per l'altro attaccante ceduto a inizio agosto: "Per Retegui la situazione è stata ancora più difficile. Il ragazzo aveva aspettative personali molto elevante che coincidevano con la volontà di mantenere il posto in Nazionale, qualcuno sentiva che se avesse continuato a giocare per una squadra che non giocava le coppe, sarebbe stato danneggiato. A lui auguro ogni bene, ricordo che l'abbiamo scoperto noi".