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  • Genoa, un mercato 'Made in Italy': sette acquisti su nove sono nostrani

    Genoa, un mercato 'Made in Italy': sette acquisti su nove sono nostrani

    • Marco Tripodi
    In principio fu la squadra degli inglesi. Poi arrivarono a intervalli più o meno regolari il Genoa degli uruguaiani, quello dei tunisini, degli argentini, degli slavi e dei nordici. Ora, il club più antico d'Italia sembra aver preso un'altra via. Decisamente meno esotica.

    La campagna acquisti appena giunta al termine ha infatti evidenziato un dato quando meno curioso. Soprattutto se raffrontato con una tendenza generale che vede ormai da anni il nostro calcio sempre più affetto da esterofilia. Dei nove volti nuovi presentatisi a partire da luglio alla corte di Alberto Gilardino, soltanto due hanno un passaporto diverso da quello italiano. A fare da eccezione alla regola sono l'esterno inglese Brooke Norton-Cuffy e il giovane trequartista israeliano Lior Kasa. Con quest'ultimo, peraltro, candidato a esibirsi più in Primavera che in prima squadra.

    Tutti gli altri sei arrivi sono invece italianissimi. A cominciare dal portiere Pierluigi Gollini per arrivare fino al centravanti Andrea Pinamonti, prelevati rispettivamente da Atalanta e Sassuolo. A far loro compagnia ci sono poi il centrocampista Fabio Miretti, prestato dalla Juventus, e il laterale destro Alessandro Zanoli, ex Napoli. Non del tutto inediti ma comunque nuovi rispetto alla passata stagione sono infine anche i profili di Alessandro Marcandalli, Patrizio Masini e Federico Accornero, giovani promesse cresciute nel vivaio rossoblù, tornate all'ovile dopo i prestiti a Reggiana, Ascoli e Pescara e ora inseriti in pianta stabile nell'organico di mister Gilardino. 

    Forze nostrane che tuttavia non permettono al Genoa di abbassare al di sotto del 50% la presenza di stranieri nella propria rosa. Attualmente, infatti, i non italiani dei rossoblù sono 15 su 27. Una cifra comunque in ribasso rispetto alla media che si registra complessivamente in Serie A.

    Forse è prematuro è non del tutto corretto parlare di Ital-Grifone. Eppure la strada intrapresa dal club di Villa Rostan sembra portare proprio in quella direzione.




     

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