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    Retegui via, Gudmundsson quasi: come cambia l'attacco del Genoa

    Retegui via, Gudmundsson quasi: come cambia l'attacco del Genoa

    • Marco Tripodi
    Sembrava un'estate tranquilla per i tifosi del Genoa. Non disturbata, come troppo spesso accaduto in passato, dai fantasmi di un mercato portatore più di rimpianti che di sogni. E invece all'improvviso, in un afosissimo pomeriggio di inizio agosto, tutto è cambiato, riportando indietro le pagine del calendario rossoblù ai tempi indimenticabili (e certo non in senso positivo) dell'ultima Era Preziosi.

    Prima l'annuncio del passaggio ormai imminente di Albert Gudmundsson alla Fiorentina; poi, a ruota, quella certificato di Mateo Retegui all'Atalanta. E anche se in realtà il trasferimento dell'islandese ai viola ha subìto una brusca frenata, il rischio di perdere in un colpo solo i gioielli più preziosi (con la p questa volta rigorosamente minuscola) della corona del Grifone resta molto concreto. E con esso il pericolo di vedere stravolta una macchina che fino a maggio funzionava quasi a perfezione.

    Un'ipotesi che sta facendo incendiare molto di più di quanto non faccia il caldo opprimente di queste settimane gli oltre 28.000 tifosi che appena pochi giorni fa hanno modificato al rialzo il record storico di abbonati del club più antico d'Italia. Un umore condiviso con quello di Alberto Gilardino, nocchiere che, a una settimana dal via ufficiale del campionato e a venti giorni dalla chiusura del mercato, teme di perdere i cavalli migliori della propria diligenza.

    Ma che Genoa sarà senza Retegui ed, eventualmente, senza Gudmundsson? Sostituire l'italo-argentino in realtà non sembra un'impresa impossibile. E non tanto perché il rendimento in rossoblù del centravanti della Nazionale, dopo un incoraggiante inizio, è andato calando precipitosamente. Trovare una punta centrale disposta a trasferirsi in riva al Mar Ligure è un compito relativamente semplice. Trovarne una che ben si adatti alle richieste tattiche del Gila, forse lo è un po' meno. Come ben sanno lo stesso Retegui e colui lo preceduto nel ruolo. Per informazioni citofonare a casa di Massimo Coda. Uno che dopo anni di goleade si è inceppato proprio in rossoblù. A discapito di una carriera da oltre 250 reti, la prima cosa che l'ex Violinista chiede ai suoi centravanti non sono infatti i gol ma la partecipazione al gioco di squadra. Un attaccante-boa, insomma, in grado di sacrificarsi per il bene collettivo anche a scapito di vedere meno spesso il proprio nome inciso sul tabellino. Molti i giocatori accostati in queste ore ai rossoblù. Alcuni suggestivi come Milik o l'ex Simeone; altri semi-sconosciuti, come il macedone Miovski; altri ancora in cerca di consacrazione, come il montenegrino del Lecce Krstovic. Probabile che da questa rosa di candidati possa uscire il nome del prossimo 9 rossoblù.

    DILEMMA ISLANDESE - Più arduo, come detto, sarà eventualmente surrogare la rinuncia a Gudmundsson. Un giocatore totale nei meccanismi del Gila. Abile a segnare e far segnare. Ma anche a garantire soluzioni tattiche inaspettate in caso di necessità. Anche in questo caso la dirigenza genoana sembra avere diversi nomi segnati in rosso sul taccuino. E anche in questo caso, come nel precedente, lo sguardo dei liguri si spinge all'estremità opposta della Penisola. In Salento, oltre a Krstovic, risiede infatti anche Remy Oudin, duttile trequartista francese che il Grifone ha imparato a conoscere sulla propria pelle lo scorso settembre, lasciando a causa sue le penne al Via del Mare. Oudin tuttavia non sembra avere la stessa confidenza di Gud con la rete avversaria. E questo può essere un fattore da non sottovalutare per una squadra che, nell'ultima stagione, ha beneficiato in 4 volte su 10 delle invenzioni del suo numero 11 per bucare la porta altrui. Una via alternativa all'ex Bordeaux porta dalle parti di Sassuolo, dove il club neroverde, neo-retrocesso in B, sembrerebbe disposto ad assecondare le ambizioni di risalita immediata del norvegese Kristian Thorstvedt. Giocatore estremamente simile all'islandese ma due anni più giovane di lui. E dunque, in quanto tale, appetitosamente futuribile nei progetti della dirigenza rossoblù.

    Quel che è certo è che così l'attacco del Grifone non può restare. Le presenze del portoghese Vitinha, dell'italo-ghanese Caleb Ekuban e del nigeriano David Ankeye non possono bastare per garantire adeguata copertura a un reparto avanzato che solo in caso di necessità estrema può fare affidamento sul fragile Messias e sull'adattato Malinovskyi. Serve di più. Gilardino lo sa e lo ha chiesto espressamente. Passando la palla nella stanza dei bottoni di Villa Rostan.

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