Redazione Calciomercato
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Gazzetta - Inchiesta ultras Inter e Milan, a breve la chiusura: deferimenti a marzo, processo tra aprile e maggio
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La Procura FIGC è prossima a chiudere l’inchiesta legata alle curve di Inter e Milan, con il completamento degli interrogatori previsto a breve e l’invio, già dal mese prossimo, degli avvisi di conclusione indagini che anticiperanno i deferimenti. Come riferisce La Gazzetta dello Sport, da quel momento, società e tesserati interessati potranno optare per il patteggiamento oppure difendersi in tribunale.
Nel quadro della più ampia inchiesta “Doppia Curva”, avviata dai pm di Milano, la Procura Federale si è concentrata sulla componente sportiva del procedimento, mentre vertici del calcio e rappresentanti politici continuano a dibattere su come garantire una maggiore sicurezza nel mondo del pallone.
Tra gli imputati figurano ex responsabili delle curve dei due club: Marco Ferdico e Andrea Beretta, riferiti alla Nord nerazzurra, e Luca Lucci per la Sud rossonera. Accanto a questi, altri 16 ultras, arrestati il 30 settembre nell’ambito di una maxi operazione congiunta di Polizia e Guardia di Finanza coordinata dai pm della Dda Paolo Storari e Sara Ombra, sono accusati di associazione a delinquere, con l’aggravante mafiosa rivolta ai tifosi interisti.
Subito dopo gli arresti, Giuseppe Chinè, a capo della Procura della FIGC, ha richiesto alla Procura milanese l’accesso agli atti dell’indagine. I documenti – composti da centinaia di verbali e da circa 15 mila pagine, tra cui numerosi interrogatori a calciatori e dirigenti svoltisi a Milano – sono giunti nei suoi uffici in via Campania il 27 novembre, dando il via immediata all’apertura di un fascicolo sportivo.
Chinè ha ritenuto necessario approfondire alcuni interrogatori, coinvolgendo soggetti come gli SLO, figure di raccordo tra tifoserie e società, mentre per nomi altisonanti quali Calhanoglu, Inzaghi, Zanetti e Calabria le dichiarazioni rese ai pm sono state giudicate sufficienti.
Nei prossimi giorni si completerà la fase investigativa, con la predisposizione degli avvisi di chiusura indagini. Entro la prima settimana di marzo questi atti saranno notificati, dando a società e tesserati 15 giorni per presentare memorie difensive, farsi interrogare o richiedere il patteggiamento, che prevede il dimezzamento della pena. Al termine di questo periodo scatta il decreto di deferimento: se le contestazioni si rivelassero particolarmente gravi e non si optasse per il patteggiamento, il processo sportivo dovrebbe aprirsi in primo grado ad aprile, con eventuale prosecuzione in secondo grado a maggio.
L’intento dichiarato è di concludere la stagione senza ulteriori ombre sui possibili rapporti tra alcuni tesserati di Inter e Milan e le frange più radicali della tifoseria, in quanto il Codice di Giustizia sportiva non ammette tali legami. A conferma di questa linea, il presidente della FIGC Gravina, solo due giorni fa, aveva ribadito la necessità di adottare misure preventive simili al pre-DASPO – escludendo dallo stadio chiunque abbia precedenti per atti di violenza, anche fuori dal contesto sportivo – e ha sottolineato il ruolo di controllo della Federazione.
Anche il presidente del CONI, Giovanni Malagò, intervenuto ieri in commissione antimafia alla Camera, ha difeso il modello inglese, che prevede tribunali all’interno degli stadi e processi per direttissima. Possibile misure che potrebbero essere applicate nel prossimo futuro.
Nel quadro della più ampia inchiesta “Doppia Curva”, avviata dai pm di Milano, la Procura Federale si è concentrata sulla componente sportiva del procedimento, mentre vertici del calcio e rappresentanti politici continuano a dibattere su come garantire una maggiore sicurezza nel mondo del pallone.
Tra gli imputati figurano ex responsabili delle curve dei due club: Marco Ferdico e Andrea Beretta, riferiti alla Nord nerazzurra, e Luca Lucci per la Sud rossonera. Accanto a questi, altri 16 ultras, arrestati il 30 settembre nell’ambito di una maxi operazione congiunta di Polizia e Guardia di Finanza coordinata dai pm della Dda Paolo Storari e Sara Ombra, sono accusati di associazione a delinquere, con l’aggravante mafiosa rivolta ai tifosi interisti.
Subito dopo gli arresti, Giuseppe Chinè, a capo della Procura della FIGC, ha richiesto alla Procura milanese l’accesso agli atti dell’indagine. I documenti – composti da centinaia di verbali e da circa 15 mila pagine, tra cui numerosi interrogatori a calciatori e dirigenti svoltisi a Milano – sono giunti nei suoi uffici in via Campania il 27 novembre, dando il via immediata all’apertura di un fascicolo sportivo.
Chinè ha ritenuto necessario approfondire alcuni interrogatori, coinvolgendo soggetti come gli SLO, figure di raccordo tra tifoserie e società, mentre per nomi altisonanti quali Calhanoglu, Inzaghi, Zanetti e Calabria le dichiarazioni rese ai pm sono state giudicate sufficienti.
Nei prossimi giorni si completerà la fase investigativa, con la predisposizione degli avvisi di chiusura indagini. Entro la prima settimana di marzo questi atti saranno notificati, dando a società e tesserati 15 giorni per presentare memorie difensive, farsi interrogare o richiedere il patteggiamento, che prevede il dimezzamento della pena. Al termine di questo periodo scatta il decreto di deferimento: se le contestazioni si rivelassero particolarmente gravi e non si optasse per il patteggiamento, il processo sportivo dovrebbe aprirsi in primo grado ad aprile, con eventuale prosecuzione in secondo grado a maggio.
L’intento dichiarato è di concludere la stagione senza ulteriori ombre sui possibili rapporti tra alcuni tesserati di Inter e Milan e le frange più radicali della tifoseria, in quanto il Codice di Giustizia sportiva non ammette tali legami. A conferma di questa linea, il presidente della FIGC Gravina, solo due giorni fa, aveva ribadito la necessità di adottare misure preventive simili al pre-DASPO – escludendo dallo stadio chiunque abbia precedenti per atti di violenza, anche fuori dal contesto sportivo – e ha sottolineato il ruolo di controllo della Federazione.
Anche il presidente del CONI, Giovanni Malagò, intervenuto ieri in commissione antimafia alla Camera, ha difeso il modello inglese, che prevede tribunali all’interno degli stadi e processi per direttissima. Possibile misure che potrebbero essere applicate nel prossimo futuro.
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Condanneranno il Milan e daranno un premio all'Inter.