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Gasperini: "Motta in difficoltà? Juve altro mondo. Non firmo per 2° posto, Coppa Italia e semifinale Champions"
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Riaprire il cassetto dei ricordi. Dal debutto con la Juventus al percorso all’Atalanta, passando per i viaggi per visionare i calciatori e la notte di Dublino. Gian Piero Gasperini ha riavvolto il nastro nell’intervista rilasciata a SportWeek. Un tuffo tra passato, presente e futuro in cui ha parlato del percorso fatto e delle ambizioni della Dea.
DEBUTTO - "Nella Coppa Italia ’76-77 entrai al posto di Causio contro l’Inter di Mazzola. Nell’estate del ’78, con tanti juventini in Nazionale, Trap fece giocare noi giovani. Segnai un gol al Taranto, questo è l’articolo. Venivo dalla stagione alla Reggiana. Tornavo, ripartivo in prestito. L’estate dell’85 Trapattoni mi vide e disse: 'Resti con me'. Guardi… Qui mi alleno con Pioli e Platini… Questa è la maglia numero 14 che ho indossato in Coppa Italia, con lo scudetto ’76-77 sul petto. Ce l’ho a casa".
MOGGI - "Mi mandava a visionare i giocatori. Mi diceva: ‘Ogni relazione deve concludersi con un giudizio secco: da Juve o no, lo prenderei o no. Io mi tengo il tuo foglio nel cassetto'. Andai a studiare Van der Vaart ed Heitinga, segnalai Chivu, poi Palladino a Benevento".
JUVE IN DIFFICOLTÀ - "È normale. A Bologna ha trovato ottime soluzioni in uscita bassa che ho ammirato e studiato. La Juve è un altro mondo. Se palleggia dietro, i più lasciano fare senza aggredire. Thiago è giovane, maturerà nuove conoscenze, è bravo, ce la farà. Gli sono affezionato. Lo inviterò a cena nella mia casa di Torino".
YILDIZ - "Tanta roba… Ha talento e potenzialità. Uno di quei giovani su cui è bello lavorare, tipo De Ketelaere, Hojlund, Lookman… Accanto ai giovani, i Kolasinac e i De Roon, che sanno già tutto, il nucleo forte. Saranno i Thiago e i Palladino di domani, allenatori già pronti".
DE KETELAERE - “Il prossimo step? Fare contro Inter e Real Madrid ciò che fa con l’Empoli".
PERCASSI E IL PAPÀ - "Il primo incontro a casa sua. Un tavolo, un divano, il presidente e i figli attorno. La prima volta in Champions, a Reggio Emilia. E, soprattutto, la notte di Dublino: mai vista tanta gioia negli occhi, brillavano. Era il 22 maggio, giorno del compleanno di mio padre che ho perso nel 2012. Io non credo a certe cose. Ma, quando hanno annunciato la data della finale, ho pensato: 'Papà, questa me la devi fare vincere…'".
NATALE DA CAPOLISTA - "Inimmaginabile. Bello soprattutto per la gioia della nostra gente che canta 'Vinceremo il tricolor!', ma non sta aspettando qualcosa: è già felice ora".
OBIETTIVI - “Vittoria in Coppa Italia, secondo posto in campionato, semifinale di Champions? Sarebbe la miglior stagione di sempre dell’Atalanta. Siamo arrivati tre volte in finale di Coppa Italia, senza mai vincere. Abbiamo solo sfiorato il secondo posto in campionato e la semifinale di Champions. Però non firmo".
DEBUTTO - "Nella Coppa Italia ’76-77 entrai al posto di Causio contro l’Inter di Mazzola. Nell’estate del ’78, con tanti juventini in Nazionale, Trap fece giocare noi giovani. Segnai un gol al Taranto, questo è l’articolo. Venivo dalla stagione alla Reggiana. Tornavo, ripartivo in prestito. L’estate dell’85 Trapattoni mi vide e disse: 'Resti con me'. Guardi… Qui mi alleno con Pioli e Platini… Questa è la maglia numero 14 che ho indossato in Coppa Italia, con lo scudetto ’76-77 sul petto. Ce l’ho a casa".
MOGGI - "Mi mandava a visionare i giocatori. Mi diceva: ‘Ogni relazione deve concludersi con un giudizio secco: da Juve o no, lo prenderei o no. Io mi tengo il tuo foglio nel cassetto'. Andai a studiare Van der Vaart ed Heitinga, segnalai Chivu, poi Palladino a Benevento".
JUVE IN DIFFICOLTÀ - "È normale. A Bologna ha trovato ottime soluzioni in uscita bassa che ho ammirato e studiato. La Juve è un altro mondo. Se palleggia dietro, i più lasciano fare senza aggredire. Thiago è giovane, maturerà nuove conoscenze, è bravo, ce la farà. Gli sono affezionato. Lo inviterò a cena nella mia casa di Torino".
YILDIZ - "Tanta roba… Ha talento e potenzialità. Uno di quei giovani su cui è bello lavorare, tipo De Ketelaere, Hojlund, Lookman… Accanto ai giovani, i Kolasinac e i De Roon, che sanno già tutto, il nucleo forte. Saranno i Thiago e i Palladino di domani, allenatori già pronti".
DE KETELAERE - “Il prossimo step? Fare contro Inter e Real Madrid ciò che fa con l’Empoli".
PERCASSI E IL PAPÀ - "Il primo incontro a casa sua. Un tavolo, un divano, il presidente e i figli attorno. La prima volta in Champions, a Reggio Emilia. E, soprattutto, la notte di Dublino: mai vista tanta gioia negli occhi, brillavano. Era il 22 maggio, giorno del compleanno di mio padre che ho perso nel 2012. Io non credo a certe cose. Ma, quando hanno annunciato la data della finale, ho pensato: 'Papà, questa me la devi fare vincere…'".
NATALE DA CAPOLISTA - "Inimmaginabile. Bello soprattutto per la gioia della nostra gente che canta 'Vinceremo il tricolor!', ma non sta aspettando qualcosa: è già felice ora".
OBIETTIVI - “Vittoria in Coppa Italia, secondo posto in campionato, semifinale di Champions? Sarebbe la miglior stagione di sempre dell’Atalanta. Siamo arrivati tre volte in finale di Coppa Italia, senza mai vincere. Abbiamo solo sfiorato il secondo posto in campionato e la semifinale di Champions. Però non firmo".
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Motta e' un allenatore montato e mediocre, Koopmeiners non vale neppure la pena commentarlo, Gas...