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    Frosinonemania: Cuore, coraggio e qualità. I giallazzurri continuano a stupire

    Frosinonemania: Cuore, coraggio e qualità. I giallazzurri continuano a stupire

    • Roberto De Luca
    Cuore, coraggio e qualità. Individuare le cifre identificative del momento attuale in casa Frosinone non è un compito arduo. Perché il 4-2 di domenica scorsa col Sassuolo, giunto al termine di un ribaltone incredibile, ha lasciato in eredità soltanto aspetti positivi. A cominciare dall’entusiasmo dei tifosi, trascinati da una squadra che sta stupendo tutti per qualità di gioco e risultati. Basterebbe menzionare i 7 punti ottenuti in 4 partite per fotografare con nitidezza il momento, ma dietro c’è di più. E affidarsi soltanto ai numeri non sarebbe sufficiente ad evidenziare quanto messo in mostra finora dalla formazione di Eusebio Di Francesco. Di certo, nessuno avrebbe mai pronosticato un bottino del genere ai nastri di partenza, complice anche un calendario tosto e ricco di insidie. Eppure, il Leone sta ribaltando ogni tipo di pronostico. E con il passare delle settimane sta diventando oggetto di evoluzione costante, grazie al lavoro sul campo condotto dal proprio allenatore. La squadra, complice anche la varietà di giocatori messi a disposizione da un mercato roboante, ha trovato consistenza qualitativa in ogni reparto ampliando le modalità di costruzione. Il 4-3-3 di partenza non è mai schematico o limitato a rigide impostazioni. Al contrario, cambia in maniera continua tra fase di possesso e interdizione, fornendo spunti interessanti che impreziosiscono l’ambizioso percorso intrapreso. Cheddira, ad esempio, non avverte l’intera responsabilità dell’area di rigore nonostante sia il terminale offensivo, bensì ha al suo fianco una serie di complici del gol. Su 7 reti totali realizzate finora, 5 sono state siglate da marcatori diversi. Un dato significativo che si integra con una serie di aspetti altrettanto rilevanti.

    LATO UMANO E TECNICO - In primis, il lato umano emerge in ogni declinazione possibile. E non è casuale, visto che lo stesso Di Francesco aveva attribuito grande enfasi al concetto di “Noi” sin dalla prima conferenza stampa di presentazione. Ed effettivamente, il rettangolo verde lancia dei segnali chiarissimi all’esterno sotto tale punto di vista. Il Frosinone, in ogni suo interprete, sta dimostrando compattezza e unità di intenti. Dall’applicazione al coinvolgimento totale in termini tecnici nello sviluppo di un gioco offensivo, ogni voce riesce a trovare convergenza con il progetto portato avanti. Poi, chiaramente, il lato tattico alimenta l’espressione di giudizi di elogio. La reazione avuta domenica con il Sassuolo, ad esempio, è stata veemente ed esaltante, così come il 4-2 finale. Una conseguenza inevitabile delle idee cavalcate nel solco di un calcio propositivo. Ed ecco che il doppio vantaggio acquisito dall’undici di Dionisi, agevolato da alcune pressioni sbagliate ma indirizzate da risalite del campo ben condotte, è stato ribaltato senza fronzoli. In questo contesto, emerge il contributo dei singoli. Soulé ha illuminato la partita, ritagliandosi un ruolo decisivo a suon di talento e qualità. Ma Di Francesco è riuscito a sorprendere sfruttando l’apporto di Gelli, pedina fondamentale per muoversi sui binari di un gioco offensivo e denso di opportunità di sviluppo. Collocato stabilmente sulla trequarti a sinistra, a ridosso della prima punta, pronto ad accorciare, a garantire inserimenti ed a palleggiare. La sua probabile assenza venerdì con la Salernitana a causa di qualche problema fisico, unita a quella di Harroui, peserà non poco. Da non sottovalutare, rimanendo sul campo, l’utilizzo che viene fatto di Oyono e che assegna un respiro europeo a quanto offerto. Terzino destro sulla carta, è il classico calciatore moderno che può fare tutto. Venire in mezzo a giocare, far partire la prima fase di costruzione o alzarsi addirittura sulla linea degli attaccanti come accaduto con l’Udinese. Domenica è stato, dopo Soulé (78), il volto frusinate che ha toccato il numero più alto di palloni (74). I miracoli di Turati, uniti alla doppietta di un sontuoso Mazzitelli, hanno fatto il resto. Ed i ciociari si godono il gran momento, sognando ad occhi aperti. 

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