Fiorentina anni '70:| Parla l'ex Rodrigo Ghiandai
Oggi vive a Tassignano, nel comune di Capannori, ma conserva anche vivi i ricordi dei suoi trascorsi in serie A, nel massimo campionato. Era la stagione 1970-71 e il calcio era profondamente diverso da quello di oggi. Più tecnica e meno corsa, più fantasia e meno tatticismo, più passione e attaccamento alla maglia e meno procuratori che decidono le sorti degli atleti molto spesso per meri interessi economici. Rodrigo Ghiandi, classe 1951, originario della provincia di Napoli, ha un fisico ancora snello e aiutante che si accosta facilmente ad una persona che ha fatto attività sportiva ad importanti livelli. Sfoglia un album ricco di foto e di articoli di giornali, in cui è lui il protagonista. Riviste fiorentine, o addirittura famose testate giornalistiche nazionali parlano di lui, all'epoca diciannovenne, come una promessa del vivaio della Fiorentina con grande futuro davanti a sé. La sua prima presenza in A è avvenuta in uno stadio e contro un avversario non certo qualunque. 'Ho esordito in A a San Siro - racconta - contro l'Inter, dopo anni di settore giovanile viola e di tante presenze in Nazionale Juniores. La Fiorentina era allenata da Bruno Pesaola, che mi schierò a centrocampo. Avevo la marcatura di Mario Bertini'.
Come andò l'esordio nella massima categoria?
'Malissimo. Venni espulso senza motivo dall'arbitro Sbardella per un fallo non commesso. Era il 40' del primo tempo e il vero colpevole del fallo fu il mio compagno e terzino Giancarlo Galdiolo. Le uniche colpe che avevo erano quella di essere vicino al punto del campo dove avvenne il fallo e biondo come Gladiolo'.
Facile immaginare la sua delusione.
'Un dirigente viola, a fine gara mi disse che l'arbitro aveva riconosciuto l'errore e si scusava. Sbardella fu onesto, tanto che non venni squalificato nemmeno per una giornata'.
Pesaola la confermò titolare?
'Sì, scesi di nuovo in campo contro un'altra big, la Juventus. La Fiorentina attraversava un periodo di crisi e la sconfitta interna contro i bianconeri per 2- 1 portò all'esonero di Pesaola e quella decisione ebbe ripercussioni negative anche sulla mia carriera'.
Cosa accadde?
'A Firenze arrivò Oronzo Pugliese, un allenatore rimasto nella storia, ma che in quel momento non credeva nei giovani, non venni nemmeno più convocato e non mi prese mai in considerazione'.
(Il Tirreno)