C'era un posto vuoto in tribuna, durante Fiorentina-Catania. Il posto che avrebbe dovuto occupare Alessio Cerci. Sul rettangolo verde, invece, c'era un argentino ormai vicino alla trentina che si dannava l'anima per la maglia viola e che risponde al nome di Mario Alberto Santana. Il primo viene da Valmontone (città della 'Ciociaria', a sud di Roma) il secondo da Comodoro Rivadavia (si chiama proprio così, ed è in Patagonia), due mondi opposti come opposto è il loro comportamento all'ombra della torre di Maratona. Qualcuno potrà obiettare che 'sparare' su Cerci, oggi, è fin troppo facile: più esposto del 'pianista' del saloon, più visibile dell'orsetto del circo, il 'Garrincha di Valmontone' (così è stato ribattezzato, tra l'ironico ed il ridanciano) non ha mai fatto breccia nel cuore dei tifosi viola. Questione di feeling, cantava qualcuno, e quella parlata vagamente romana certo non aiuta. Il resto ce lo ha messo lui, di proprio pugno. Abbiamo detto del posto vuoto in tribuna. Eh già, perchè il buon Alessio, saputo della terza esclusione in quattro partite, ha pensato bene di prendere cappello ed andarsene, in una sorta di ammutinamento personale. Non sappiamo se verrà multato, messo fuori rosa, oppure costretto a tagliarsi i capelli (quella sì che per lui sarebbe la punizione peggiore...) fatto sta che Cerci ha chiuso con Firenze, con la Fiorentina.

Nel frattempo Mario Santana correva a perdifiato, propiziava da par suo la doppietta di Mutu, si dannava l'anima da destra a sinistra, da cima a fondo del campo (qualcuno durante l'intervallo l'ha anche visto servire i caffè al bar dello stadio). Insomma, dava tutto per la causa viola. E quel che è bello, senza uno straccio di contratto per la prossima stagione, visto che 'Fabio Massimo' Corvino temporeggia e rimanda la fatidica firma. Ricapitoliamo: Cerci ha 23 anni, un contratto per altri tre anni, una carriera da costruire, e abbandona la squadra 'offeso' per l'ennesima tribuna. Santana, invece, ha 30 anni (li compirà il 23 dicembre prossimo), è senza contratto, ha alle spalle un carriera consolidata (vanta anche 7 presenze nella Nazionale argentina) e sputa sudore e sangue per un giglio cucito sul petto. C'è qualcosa che non torna. O forse, nella Fiorentina di quest'anno, torna... eccome. Due facce della stessa medaglia, appesa ad una stagione curiosa e, lasciatecelo dire, sbagliata.

(Quotidiano Viola)