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  • Ex Inter Julio Cesar:| 'Dura lasciare Milano'

    Ex Inter Julio Cesar:| 'Dura lasciare Milano'

     

    Ai microfoni di Sky, protagonista l’ex portiere brasiliano dell’Inter Julio Cesar, ora al Queens Park Rangers nella Premier League inglese. 
     
    Sull’addio all’Inter
    Dire addio a Milano è stato davvero un momento per me difficile, molto difficile, perché mi sono passati per la testa tutti i momenti in cui ho vissuto con la “famiglia Inter”. Quando dico famiglia parlo in generale, il presidente, i direttori, i compagni di squadra, quelli che lavoravano alla Pinetina, i tifosi soprattutto, perché penso che nella mia carriera di calciatore sono stati i momenti più belli. Mi ricordo lo striscione “la maglia che hai onorato, non sarà mai dimenticata”. Lì, quando l’ho letto, veramente ho sentito di andare via avendo compiuto il mio dovere, perché i tifosi mi sono sempre stati vicini nei momenti belli, ma soprattutto nei momenti difficili per un portiere. Per esempio quando ho fatto un errore, quando ho sbagliato una partita, loro sono stati sempre al mio fianco. Se sono diventato quello che sono diventato con l’Inter in Europa e nel mondo è in buona parte anche grazie ai tifosi interisti. Oggi quello che posso dire sul mio addio è che anche io, vi dico la verità, non ho capito molto bene alla fine cosa sia successo. Credo che la cosa più importante è che sono andato dal presidente Moratti, gli ho detto tutto quello che avevo da dire, ci siamo chiariti e penso che sia stato un colloquio di 10/15 minuti. La cosa importante è che sono andato via consapevole di aver lasciato una porta aperta. Questo l’ho imparato da piccolo dalla mia mamma.
     
    Riserva di Handanovic
    Fare il secondo di Handanovic sarebbe stata davvero una cosa difficile per me, perché ho altri obiettivi da raggiungere, per esempio giocare il Mondiale a casa nostra, in Brasile, e se rimango in panchina diventa più difficile essere chiamato dalla mia Nazionale. Però ho dato l’opportunità anche all’Inter, ho detto che nel mio contratto non c’era scritto che dovevo essere titolare, me la volevo giocare con lui, ma non mi hanno dato neanche questa possibilità. Quello che hanno detto è che io non facevo più parte del progetto dell’Inter, loro volevano un’altra cosa, ho rispettato la loro scelta e ho cominciato a cercare un’altra strada. 
     
    In Premier League con il Queens Park Rangers
    Alla fine penso di aver trovato una strada bellissima, come tutti sanno, ovvero venire a Londra a giocare nel QPR e penso che sia andata bene sia a me che all’Inter. Alla fine ho fatto la scelta giusta. Penso che tornerò grande, perché adesso ho delle nuove motivazioni, un nuovo calcio, adesso voglio farmi vedere da vicino in Inghilterra, e penso che ho tante cose ancora da raggiungere.
     
    Su Mancini
    Roberto Mancini è stato il mio papà in Europa diciamo. Lui mi ha considerato subito titolare, ha dimostrato da subito fiducia nel mio lavoro. Quando ho capito bene cosa si aspettava da me, ho pensato “adesso devo cercare solo di lavorare e ripagare questa fiducia”. Con me ha fatto una scommessa, e direi che ha vinto alla grande.

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