Eto'o scatenato:| 'Inter, ora lo scudetto'
Balla il Re Leone. Balla sul mondo. E poco importa se in mano ha due borsine di plastica dal contenuto imprecisato e se alla fine della partita ancora una volta si rifiuta di rivelare il perché di quella buffa esultanza con Materazzi che va avanti dall’inizio della stagione. Samuel Eto’o è felice: con il suo 19° gol stagione ha messo al tappeto i suoi "fratelli" africani del Mazembe ed è salito per la seconda volta in carriera sulla vetta del mondo. «Lo spirito giusto lo abbiamo sempre avuto, ma siamo stati in difficoltà a causa degli infortuni ultimamente. Non era la vera Inter. Ora speriamo di continuare come negli ultimi 8 giorni perché vogliamo vedere un’Inter sempre così». Ha assicurato di non contare i gol, ma in compenso ha teso una mano agli avversari sconfitti: «Sono contento che una squadra africana abbiamo raggiunto questa finale. Con un po’ di fiducia nei loro mezzi possono arrivare lontano». E visto che c’era il camerunese ha lanciato un messaggio anche al Milan: «Chi vince il campionato? Spero l’Inter. Noi abbiamo una buona squadra, ma il Milan sta facendo benissimo. Siamo molti punti indietro anche se nessuno deve dimenticare che il torneo è lungo e se non abbiamo infortuni possiamo mettere in difficoltà tutte le squadre che ci precedono». Infine sul ruolo: «Quando uno non gioca nella sua posizione (come lui -n.d. i.) deve cercare di adattarsi per trovare un buon equilibrio tra le sue esigenze e le necessità della squadra. Serve spirito di sacrificio. In questa finale l’ho fatto e siamo tutti felici».
TUTTI CONTENTI NO...- A dire la verità però c’è anche chi il muso lungo ce l’ha nonostante la vittoria. Uno è Materazzi: «È un grande professionista, uno che vuol bene all’Inter. Mi ha convinto lui a venire qua inviandomiun messaggio quando la trattativa non era ancora iniziata», ha sottolineato Eto’o. Il riferimento non è casuale perché Matrix non ha partecipato alla premiazione della squadra. Marco è andato direttamente negli spogliatoi e la medaglia di campione gli è stata portata dai compagni. Motivo della "diserzione"? Non ha gradito che il terzo cambio, a risultato acquisito, sia stato Mariga e non lui, come invece aveva fatto Mourinho nella finale di Madrid. Forse Materazzi ha pagato il mancato utilizzo di Brema quando, non al top per un problema muscolare, aveva preferito alzare bandiera bianca a pochi minutidal fischio d’inizio. Contento non è sembrato neppure Stankovic, partito a sorpresa dalla panchina: «Sono felicissimo per la vittoria, ma è una ferita aperta non essere stato titolare. Ho sempre giocato con il cuore e ci sono rimasto male. Certe cose non le possono nascondere. Il trofeo è meritatissimo per il presidente Moratti, per i tifosi e per tutti i miei compagni».
ZANETTI ESULTA - Chi invece festeggia senza se e senza ma è capitan Zanetti: «È stato un successo fantastico che corona un anno meraviglioso.Nessunasquadra italiana ha fatto come noi. Se siamo al completo la squadra può lottare con chiunque. Questa vittoria è per Samuel (Zanetti ha indossato la sua maglia durante la premiazione -n.d. i.). Il percorso di questa Inter è iniziato con la prima Coppa Italia, sei anni fa con Mancini, e durante questo tempo abbiamo mostrato un’incredibile continuità di risultati. Torno a piedì a Milano? Sì posso farlo perché sono felicissimo». Chiude Cambiasso, al 22° titolo in carriera e da ieri argentino più vittorioso della storia, davanti a Di Stefano: «Un orgoglio vincere questa coppa. Ora non fermiamoci».