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Esoneri da record in Serie A: quest'anno il cambio in panchina paga
PREMIER - Giostra di panchine anche in Premier, però un paio di allenatori saltati in meno di noi. Sei i club che hanno cambiato in corsa. Il fallimento più clamoroso: Frank de Boer al Crystal Palace. Il vuoto cosmico, dopo il flop all’Inter. Al suo posto è stato chiamato quell’uomo buono per tutte le stagioni che risponde al nome di Roy Hodgson. E’ finito il ciclo di Koeman all’Everton, così come - dopo due anni e mezzo - l’avventura di Bilic al West Ham, mentre Shakespeare a Leicester dopo essere subentrato a Ranieri l’anno scorso è tornato a fare il vice, cioè il suo mestiere (e dopo l’esonero si è subito accasato con Allardyce all’Everton).
BUNDESLIGA - In Bundesliga hanno cambiato allenatore cinque società: Bayern, Borussia Dortmund, Colonia, Werder Brema e Wolfsburg. Il nome più eccellente: Ancelotti. Il divorzio più doloroso: quello tra il Werder e Nouri, che dal 2014 lavorava nello staff dei tecnici e che da calciatore aveva cominciato la propria carriera proprio a Brema.
LIGA - Cinque sono anche i club che hanno esonerato l’allenatore nella Liga spagnola (ultimo il Siviglia che ha cacciato Berizzo per far posto a Montella. Il record spetta all’Alaves e al Las Palmas, che ne hanno cambiati addirittura quattro. Le cose migliori le ha fatte Calleja (al posto di Escribà, ha raccolto 6 vittorie su 11 partite) al Villarreal, portandolo al 6° posto, in zona Europa League.
LIGA ED EREDIVISIE - Il campionato dove sono saltate meno panchine è l’Eredivisie (il cambio più eclatante all’Ajax) alla pari della Ligue1: soltanto quattro gli esoneri in Olanda e in Francia, con la rottura - rumorosissima - tra El Loco Bielsa e il Lilla: 100 milioni spesi al mercato, 10 sconfitte e un’utopia di calcio che non ha mai trovato riscontro nella realtà. Ci vuole tempo, ma il calcio consuma tutto in fretta.