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Enzo Fernandez e Julian Alvarez, le nuove stelle costate appena 40 milioni. Ma per i nostri dirigenti non erano pronti...
10 milioni di euro più 8 di bonus per uno dei centrocampisti più forti di questi Mondiali, poco più di 21 l'attaccante rivelazione del torneo. Entrambi hanno in comune il fatto di aver trascinato - insieme alle prodezze di un Messi in versione lider maximo - l'Argentina alla sua sesta finale di Coppa del Mondo, la prima 8 anni dopo quella persa ai supplementari contro la Germania al Maracanà. Enzo Fernandez e Julain Alvarez: due calciatori giovani e di indiscusso talento che, dopo aver deliziato le platee del Sudamerica, sono stati vicini al trasferimento nel nostro campionato. Ma le scelte miopi di quei dirigenti che - a fronte di relazioni molto positive da parte dei propri osservatori - hanno ritenuto che i due ex River non valessero certi investimenti, gli hanno fatto prendere altre strade.
LA CONSACRAZIONE - In Qatar, Enzo Fernandez ha semplicemente ottenuto quella consacrazione internazionale che gli mancava dopo l'impatto debordante con la maglia del Benfica, con cui si era preso la scena già nel girone di Champions League dalla quale coi suoi compagni ha estromesso la Juventus. E oggi ha un valore di mercato che si aggira già sui 100 milioni, la tassa che il Liverpool e gli altri grandi club interessati dovranno pagare. Per Julian Alvarez, la rassegna iridata è stata quella del parziale riscatto personale: "costretto" al Manchester City a vivere all'ombra del più altisonante Haaland, ha saputo approfittare degli spazi che gli ha ritagliato su misura Pep Guardiola - a cui sono bastati pochi allenamenti per comprendere il potenziale dell'attaccante argentino - e con l'Argentina ha impiegato pochissimo tempo a ribaltare quelle che sembravano le gerarchie prestabilite. Il campo ha parlato chiaro e oggi La Araña è più funzionale rispetto all'interista Lautaro Martinez al gioco della Selección, per la sua capacità di associarsi meglio col resto della squadra. Ah, nel frattempo ha segnato pure 4 gol e con la doppietta alla Croazia ha avvicinato il mito di Pelé.
Tutto questo per dire che, se in un momento di profonda crisi economica e di identità, i dirigenti e gli operatori di mercato delle squadre di Serie A si dimostrano così poco sensibili al talento, abbiamo un problema molto grande. Il calcio di alto livello è arrivato ormai ad ogni latitudine, come ci sta raccontando questa Coppa del Mondo ricca di sorprese e di underdogs che si trasformano in bellissime realtà. Se non riusciamo più ad intercettare nemmeno due calciatori di prospettiva e costati circa 20 milioni di euro, ogni ragionamento ed ogni discorso sul come venire fuori dal pantano in cui siamo piombati da almeno un decennio va a farsi benedire.
LA CONSACRAZIONE - In Qatar, Enzo Fernandez ha semplicemente ottenuto quella consacrazione internazionale che gli mancava dopo l'impatto debordante con la maglia del Benfica, con cui si era preso la scena già nel girone di Champions League dalla quale coi suoi compagni ha estromesso la Juventus. E oggi ha un valore di mercato che si aggira già sui 100 milioni, la tassa che il Liverpool e gli altri grandi club interessati dovranno pagare. Per Julian Alvarez, la rassegna iridata è stata quella del parziale riscatto personale: "costretto" al Manchester City a vivere all'ombra del più altisonante Haaland, ha saputo approfittare degli spazi che gli ha ritagliato su misura Pep Guardiola - a cui sono bastati pochi allenamenti per comprendere il potenziale dell'attaccante argentino - e con l'Argentina ha impiegato pochissimo tempo a ribaltare quelle che sembravano le gerarchie prestabilite. Il campo ha parlato chiaro e oggi La Araña è più funzionale rispetto all'interista Lautaro Martinez al gioco della Selección, per la sua capacità di associarsi meglio col resto della squadra. Ah, nel frattempo ha segnato pure 4 gol e con la doppietta alla Croazia ha avvicinato il mito di Pelé.
Tutto questo per dire che, se in un momento di profonda crisi economica e di identità, i dirigenti e gli operatori di mercato delle squadre di Serie A si dimostrano così poco sensibili al talento, abbiamo un problema molto grande. Il calcio di alto livello è arrivato ormai ad ogni latitudine, come ci sta raccontando questa Coppa del Mondo ricca di sorprese e di underdogs che si trasformano in bellissime realtà. Se non riusciamo più ad intercettare nemmeno due calciatori di prospettiva e costati circa 20 milioni di euro, ogni ragionamento ed ogni discorso sul come venire fuori dal pantano in cui siamo piombati da almeno un decennio va a farsi benedire.