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    Empolimania: il 2014 azzurro, un anno da incorniciare

    Empolimania: il 2014 azzurro, un anno da incorniciare

    • Nico Raffi
    Il 2014 è stato un anno indimenticabile per l'Empoli, destinato a restare nella memoria collettiva della cittadina toscana, culminato nella grande festa del 30 maggio scorso, quando la vittoria interna sul Pescara, vissuta dentro una magica serata di inizio estate, decretò il ritorno in serie A degli azzurri dopo un'assenza lunga sei anni.

    "La decima", così fu definita dalle cronache locali l'impresa degli uomini di Sarri, capaci di regalare ai tifosi empolesi lo straordinario traguardo della massima serie, appunto per la decima volta nella storia del club. Una vera e propria cavalcata trionfale scandita dalla guida tecnica e morale del tecnico Maurizio Sarri, dai gol degli highlander Tavano e Maccarone, cannonieri e leader storici della squadra, dall'esperienza e dalla personalità di Croce, Moro e Valdifiori, dalla valorizzazione della linea verde societaria, da sempre marchio di fabbrica della società di Fabrizio Corsi. La crescita dei poco più che ventenni Laurini, Tonelli, Hysaj, Pucciarelli, Verdi e Mario Rui, fino all'esplosione dell'"enfant prodige" Daniele Rugani, ha permesso all'Empoli di ottenere grandi risultati con il minimo sforzo economico assicurando, nello stesso tempo, un futuro di ampio respiro al piccolo club toscano.

    Con la serie A l'Empoli ha scelto la continuità presentando, anche sul palcoscenico maggiore, lo stesso organico che si era guadagnato la promozione sul campo, mantenendo inalterata l'ossatura della squadra che aveva vinto il torneo cadetto. Soltanto l'uruguaiano Matias Vecino, prelevato in prestito dalla Fiorentina e calatosi in maniera assai positiva nel tessuto tattico voluto da Sarri, e il portiere Daniele Sepe, hanno rappresentato le uniche novità nell'undici titolare azzurro. Non si è trattato di gratitudine per gli artefici della promozione ma di una precisa filosofia societaria che ha dato i suoi frutti anche in queste prime quindici partite di campionato. L'Empoli infatti, dopo un avvio in salita con due sconfitte nelle due gare inaugurali con Udinese e Roma, era stato capace di centrare un convincente filotto di cinque risultati utili consecutivi esprimendo un gioco brillante e consolidato ma raccogliendo molto meno rispetto a quanto seminato, visto che i tre punti erano arrivati soltanto nella sfida interna con il Palermo. Il momento più difficile per Maccarone e compagni cade a cavallo tra i mesi di ottobre e novembre quando, tre sconfitte di fila con 9 gol incassati tra Cagliari, Sassuolo e Juventus, rigettavano l'Empoli nei bassifondi della classifica. Il passaggio a vuoto con i bianconeri di Allegri del 1 novembre scorso sarà però l'ultima sconfitta in ordine di tempo incassata dagli azzurri. La reazione caratteriale degli uomini di Sarri infatti arrivava già con la vittoria sulla Lazio del turno successivo, ottenuta ancora una volta grazie a due gol su palla inattiva, vera e propria specialità della casa. Da allora l'unica vittoria esterna ottenuta ai danni del Parma, prima di altre prestazioni positive e due prestigiosi pareggi sui terreni di Napoli e Fiorentina che stanno permettendo all'Empoli di "galleggiare" a una certa distanza di sicurezza dalla zona a rischio.

    La parola d'ordine, in casa azzurra, è quella di proseguire sulla strada intrapresa senza eseguire particolari correzioni in sede di mercato nè in entrata nè in uscita, dove si spera di trattenere, almeno fino a giugno, i talenti sbocciati nel corso di questi mesi, Rugani su tutti, e appetiti da alcuni club di prima fascia. Lo stesso direttore sportivo Marcello Carli, a riguardo, ha dichiarato che l'Empoli potrebbe essere protagonista di una sorta di "non mercato" in questa sessione invernale smentendo di fatto categoricamente nuovi innesti come quello relativo all'australiano Brillante via Fiorentina. Potrebbero semmai abbandonare la causa azzurra elementi che hanno si qui trovato poco spazio come Bianchetti e Signorelli, richiesti rispettivamente da Cagliari e Avellino. A nostro modesto parere l'impressione è che manchi qualcosina sul fronte offensivo dove Maccarone e Tavano, appena 4 gol in due, sono ancora lontani dallo standard realizzativo delle ultime stagioni e i vari Pucciarelli, Mchedlidze, Laxalt e Zielinski non sembrano ancora in grado di assicurare quella continuità realizzativa che sarebbe essenziale per finalizzare la grande mole di gioco espressa dalla squadra. 
              

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