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    Empolimania: undici leoni e un grande motivatore

    Empolimania: undici leoni e un grande motivatore

    Al termine del derby con la Fiorentina, che ha regalato all'Empoli un pareggio di portata storica, è stato, come al solito, Maurizio Sarri a interpretare al meglio il significato del pomeriggio vissuto all'"Artemio Franchi". Ha detto il tecnico azzurro: "La nostra squadra ha in rosa 14 giocatori che sono cresciuti nel nostro settore giovanile e altri 3 che sono arrivati qui a vent'anni. Soltanto sul piano dello spirito dell'appartenenza potevamo essere superiori alla Fiorentina, che oggi non aveva in campo nemmeno un italiano". Parole che sintetizzano, con lucidità e con un sottile strato polemico, le ragioni che hanno consentito all'Empoli di uscire indenne dal derby toscano. 

    L'analisi di Sarri è impietosa per i più blasonati avversari e non può che riempire d'orgoglio chiunque abbia a cuore le sorti di questa piccola società di provincia che è riuscita a farsi largo nel calcio che conta senza avere le possibilità economiche di uscire dai confini patri per pagare a peso d'oro nomi più appetibili sul piano del blasone che capaci poi di offrire un reale contributo alla causa. Sono gare come quella di Firenze che fanno capire che quello che rappresenta un limite assoluto, vale a dire un budget societario limitato per non dire inesistente, possa in realtà trasformarsi magicamente nel valore aggiunto dell'Empoli, costretto per necessità strutturali a costruirsi in casa quelli che saranno i Montella, i Di Natale, i Rugani del futuro. Giocatori che, da un lato, assicurano il futuro alla società di Fabrizio Corsi e, dall'altro, riescono ad alimentare quel senso di appartenenza di cui parlava Sarri. Uno spirito di coesione e di unità d'intenti che può arrivare a colmare l'enorme gap tecnico che separa l'Empoli da Fiorentina, Napoli, Lazio e Milan. Tutte big che hanno sofferto terribilmente di fronte alla piccola matricola toscana. 

    Maurizio Sarri non è solo un allenatore capace e preparato sul piano tattico, che vive in maniera ossessiva e quasi maniacale il proprio lavoro. Sarri è anche un fine psicologo che sa muovere le corde giuste per esaltare le motivazioni dei propri giocatori. E' un tecnico che ha saputo formare un gruppo di carattere, cuore e personalità proveniente quasi integralmente dalla serie B. 

    C'è da scommettere che, alla vigilia della gara contro la squadra gigliata, Sarri abbia fatto leva, per ottenere il massimo dai suoi, proprio sull'aspetto legato alla forza morale di chi non ha niente da perdere al cospetto dei più ricchi "cugini" viola, ma tutto da consegnare alla passione e alla soddisfazione dei tifosi azzurri, animati da una sana rivalità autarchica e campanilistica nei confronti della squadra appartenente alla città capoluogo. Il tecnico valdarnese era perfettamente consapevole che passare indenne dal derby del "Franchi" avrebbe avuto una valenza enorme sul piano emotivo del gruppo e di tutto l'ambiente empolese. Anche a Firenze, Sarri ha vinto. Per una volta più che sul piano tattico, su quello più strettamente psicologico. 
     

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