Draghi e i colloqui: Salvini soddisfatto, Zingaretti in imbarazzo. Ora c'è una difficoltà per il Presidente del Consiglio
Draghi, all'uscita dal colloquio sul da fare il più contento era Salvini. Linguaggio del corpo non mentiva: Salvini soddisfatto di tutto e in particolare quando riferiva la lieta (anche se ovvia) novella di nessuna patrimoniale, nessuna nuova tassa, nessun taglio di retribuzioni, redditi e risparmi. Subito dopo nella scala della politica (e umana) contentezza Silvio Berlusconi. La evidente fatica fisica del viaggio e dalla cagionevole salute compensata da una sorta di orgoglio nella postura e nel tono. I meno espansivi, o se si vuole i diversamente entusiasti, erano Nicola Zingaretti e Vito Crimi. Linguaggio del corpo diceva di un contenuto ma non invisibile politico imbarazzo. Dai colloqui altro uovo di Colombo (ma sul tavolo del governo di prima mai c'era stato): piattaforma e call center nazionali per la vaccinazione di massa. Per arginare, se non porre fine, alle Regioni ciascuna per sé e nessuno per tutti. Se c'è da raccogliere, ricevere, smistare, distribuire e somministrare in maggior fretta e maggior elasticità organizzativa e decisionale i vaccini, allora venti e passa mini Stati rendono la plastica immagine dei tanti galli a cantare e non si fa mai giorno.
Edilizia, capomastri avanti! C'è posto per altri 20/30 mila. Notizia economica anti depressiva: tra rimborso fiscale del 110%, Ecobonus e opere pubbliche da Recovery Italia occorrono al lavoro altri 20/30 mila capi cantieri. E questo scontando il rientro di circa 20 mila lavoratori italiani che ora sono nei cantieri del metro di Parigi, delle dighe olandesi, del porto di Marsiglia, della Tav in Spagna e altrove fuori Italia. Nel settore dell'edilizia 700 mila operai e 150 mila tra tecnici e impiegati. Dal 2008 calo ininterrotto di commesse e occupati. Fino al 2020, quando la tendenza si inverte. C'è bisogno di gente al lavoro nell'edilizia, c'è lavoro nel settore. Un solo relativo problema: capomastro o capo cantiere è competenza specializzata. C'è gente da formare, non è tempo di volenterose, economiche e non specializzate aziendine alla rumena (qualunque sia la nazionalità, anche ovviamente italiana, dei volenterosi, iper economici e non specializzati).
Dal dire al fare.
In un governo con tutti i partiti o quasi dentro, quali difficoltà incontrerà il Presidente del Consiglio a metterli d'accordo? All'inizio quasi nessuna: i partiti sono tutti sotto schiaffo, lo schiaffo della forza delle cose e alcuni non hanno le idee chiare, nemmeno su se stessi. Le difficoltà all'azione di governo almeno all'inizio, cioè domani o quasi, verranno dal corpaccione di un altro governo. Un governo che c'è e non cade da almeno tre decenni: l'autogoverno della categorie. Categorie tutte (differenza solo in chi più e chi meno) abituate a decidere su se stesse o almeno a impedire che su se stesse si decida. Categorie abituate ad una politica debole, alla sostanziale sudditanza della politica rispetto agli interessi di categoria. Categorie unite nel nulla va bene, tutto da cambiare, tranne quel che riguarda la "nostra" categoria. Il corpaccione dell'auto governo delle categorie sono decenni che lotta e vince la sua battaglia contro ogni riforma, impensabile non scenda in campo ora e subito. Al passaggio tra il dire e il fare Draghi è atteso dalla muraglia fortificata edificata con il cemento chiamato volontà popolare. In realtà denominazione abusiva. Volontà di categorie, gruppo, lobby. La politica debole sono decenni che sopporta e supporta l'abuso.