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    Dov'era l'Inter? Ora è addio all'Europa

    Dov'era l'Inter? Ora è addio all'Europa

    • Giancarlo Padovan
    Addio Inter. E, quasi sicuramente, addio Stefano Pioli. Il 5-4 di Firenze, mitigato da una tripletta di Icardi, lascia l’Inter fuori dall’Europa, mentre l’Atalanta si stacca e con essa possono allungare Lazio e Milan. Se la corsa all’Europa League non è definitivamente chiusa, poco ci manca. E, comunque, da adesso in avanti si tratta di sperare in grossi errori altrui. Forse, a questo punto, bisogna solo di certificare un fallimento cominciato con de Boer e completato nella fase finale del campionato - le ultime quattro partite - proprio quando il lavoro di Pioli sembrava destinato al raccolto. 

    Invece, sul più bello, l’Inter si è sgonfiata psicologicamente e fisicamente, ha perso colpi e sicurezze, è entrata in confusione, non ha più trovato il filo della logica, prima che quello del gioco. Oggi è una squadra da rottamare che davanti a sé ha più incognite che certezze. Se ne andrà Pioli - l’ho già detto - ma non arriveranno né Conte, né Simeone. Spalletti è qualcosa di più di un’idea, ma lui da solo non basterà. La difesa è da rifare e anche a centrocampo serve una bonifica. L’Inter ha una rosa di qualità, ma ci sono troppi doppioni e qualche scontento. Prima di impegnarsi con nuovi acquisti sarebbe opportuno vendere e fare cassa. Poi, con il nuovo allenatore, partire con una programmazione che deve avere un solo obiettivo: il ritorno in Champions. Dall’anno prossimo, con un posto in più, deve essere un imperativo categorico.
     
    A Firenze è andata in scena una partita inverosimile, con le difese scoperchiate e l’attenzione ridotta al minimo. Pur vincendo, la Fiorentina ha lasciato che nel primo tempo l’Inter la rimontasse in cinque minuti. In vantaggio con Vecino (assist di Milic) al 23’, la squadra di Sousa ha subito gol da Perisic al 28’ (grande azione dello stesso Perisic in combinazione con Candreva) e da Icardi, servito da Joao Mario al 33’. In entrambe le circostanze, oltre alla bravura dei realizzatori, va registrata la dabbenaggine di Milic nel primo caso (cade sulla finta di Candreva in area) e la mancata chiusura di Astori (si allarga inspiegabilmente) alle spalle di Sanchez. 
     
    Se l’Inter ha cominciato il secondo tempo in vantaggio di due reti, lo deve ad Handanovic che prima dell’intervallo, ha deviato una conclusione di Borja Valero (uno dei migliori) e un maldestro colpo di testa di Miranda (rischio autogol). Anche per questo non è stata una sorpresa assistere nella ripresa ad un ribaltone di segno opposto e di colore viola. La Fiorentina ha prima sbagliato un calcio di rigore con Bernardeschi (fallo di D’Ambrosio su Babacar), poi ha pareggiato con Astori (testa da calcio d’angolo di Borja Valero), quindi ha sorpassato con Vecino (tiro da fuori area), infine ha allungato con Babacar (destro sul secondo palo con Medel che non chiude, né contrasta). Il tutto in 25 minuti.
     
    Ora la domanda logica e per nulla provocatoria è: dov’era l’Inter? Cosa facevano i suoi calciatori? La squadra si è come spezzata in due, Gagliardini e Kondogbia hanno passeggiato, Perisic e Candreva non sono più rientrati. Di fatto l’Inter ha subito un gol da angolo e altri due in contropiede. Il quinto gol della Fiorentina, con l’Inter ancora sbilanciata in avanti, è arrivato al 34’ per merito di Babacar, servito dal nuovo entrato Salcedo. La difesa dell’Inter non c’era, ma il gol era in fuorigioco. 

    Finale nel nome di Icardi (43’ dal limite e 46’ da angolo) e nella speranza di Brozovic (entrato per Kondogbia) che allo scadere del recupero ha costretto Astori ad un salvataggio sulla linea. Sarebbe stato un funambolico 5-5 che non sarebbe servito nessuno, se non ad alimentare la pazzia della partita e dell’Inter. Purtroppo con il folklore si fa sorridere la gente, ma si resta lontani dall’Europa.

    Twitter: @gia_pad

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