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    Douglas Costa punge il Napoli: 'Loro il calcio più bello? Io preferisco vincere'

    Douglas Costa punge il Napoli: 'Loro il calcio più bello? Io preferisco vincere'

    L'arrivo dal Bayern Monaco, la Juventus e la corsa scudetto: Douglas Costa ha concesso una lunga intervista all'edizione odierna de Il Corriere dello Sport, ecco le parole del brasiliano.

    VITTORIA DIFFICILE COL GENOA - "Sapevamo che sarebbe stata una partita molto complicata perché era la prima dopo le vacanze. Ci siamo allenati molto (carichi pesanti, ndr) e logicamente non potevamo essere al top. Non siamo macchine... La cosa più importante era conquistare i tre punti e ci siamo riusciti. Adesso torneremo la Juventus capace di incantare tutti. Il mio gol? Segnare è bello, ma quando segni un gol decisivo lo è ancora di più. Soddisfazioni come quella di lunedì aiutano a essere ancora più concentrati e determinati".

    DUELLO NAPOLI-JUVE PER LO SCUDETTO - "Il campionato italiano è molto competitivo e tante squadre partono per vincere il titolo. In Brasile diciamo che è interessante 'darsi la caccia' in testa alla classifica perché il tornero diventa più spettacolare e crescono gli spettatori negli stadi".

    NAPOLI MILGIOR CALCIO - "Il Napoli esprime un bel calcio, ma il miglior calcio non è una garanzia di successo. Alla fine conta vincere. A me piace il bel calcio, ma preferisco vincere".

    RIMONTA JUVE - "Il nostro segreto la difesa? Credo di sì. Se non subiamo reti, davanti abbiamo giocatori importanti e in grado di segnare tanto. Una squadra si costruisce partendo dalla difesa e poi si va avanti. Se fai le cose bene dietro, la base è solida e spesso ti togli delle belle soddisfazioni. Al Bayern noi ci difendevamo tenendo la palla e siccome attaccavamo quasi sempre, era difficile per gli altri segnare. Il nostro era un calcio diverso in un campionato diverso: la linea difensiva era molto avanti e recuperavamo palla nella metà campo avversaria. Qui in Italia c'è più attesa, più tattica ed è necessario più sacrificio, ma una cosa è la stessa: se non subisci gol, la tua fiducia aumenta ed è tutto più facile".

    INIZIO DI STAGIONE - "Soddisfatto? Credo di sì. Sto crescendo e sono convinto che posso fare ancora molto. Sono arrivato qui per fare la differenza ed essere decisivo. Voglio riuscirci".

    2018 IL SUO ANNO? - "Il 2018 è lungo e possono succedere tante cose. Ho la fortuna di giocare in una squadra importante con giocatori eccellenti. Devo lavorare tanto perché in questi 6 mesi ci sono diverse partite: la Champions, il campionato, la Coppa Italia e... il Mondiale. Per la mia nazionale sono sempre stato un elemento importante. Nell'ultimo anno (e mezzo, ndr) non mi hanno più chiamato a causa degli infortuni, ma ora sto tornando ad essere il giocatore che la Juventus ha voluto".

    TANTE PANCHINE NEI PRIMI 3 MESI - "Il nostro allenatore lavora bene e ha un modo giusto di far crescere e inserire i nuovi. Per me come per altri è stato importante stare in panchina: da lì ho imparato quello che dovevo fare, ma la stessa cosa in passato è successa ad Alex Sandro, Pjanic e Dybala. Adesso che ho appreso il calcio di Allegri è tutto più semplice".

    40 MILIONI, LA VALUTAZIONE HA PESATO? - "Io sono un giocatore e non mi preoccupo delle valutazioni di mercato. Se il Bayern mi voleva vendere a quella cifra e la Juventus mi ha comprato, va bene così. Io devo dimostrare in campo il mio valore. Se uno segna e la squadra vince, i milioni pagati contano poco".

    PIU' RESPONSABILITA' SENZA DYBALA - "Da quando sono arrivato tutti si aspettano gol da me, ma se li aspettano anche dagli altri attaccanti: Cuadrado, Higuain, Bernardeschi, Mandzukic... Dybala ha avuto degli infortuni pure lo scorso anno e la squadra ha sempre segnato. Qui alla Juventus ci sono calciatori forti".

    LEGAME CON DYBALA - "Paulo e Alex Sandro sono stati i primi che mi hanno aiutato quando sono arrivato a Torino e così tra noi è cresciuta questa amicizia che va oltre lo spogliatoio. Nel nostro tempo libero andiamo fuori a mangiare e passiamo qualche ora insieme. Andare d'accordo nella vita di tutti i giorni facilita l'intesa sul campo".

    ESULTANZA CON DEDICA - "Avete visto bene: quella era la sua esultanza. Ci eravamo messi d'accordo prima della gara e gli avevo promesso che, se avessi segnato, il gol sarebbe stato per lui. E' fuori per una lesione muscolare, ma Paulo è sempre con noi e noi siamo con lui. La Joya diventerà uno dei tre più forti al mondo? Ha tutto per esserlo: sa segnare, tecnicamente è fantastico e di calciatori incredibili come lui non ce ne sono molti. Sta crescendo molto e sarà un top".

    POCHI GOL - "A me piace fare molti assist per i compagni, ma lavoro per segnare di più. Sarebbe fantastico e importante se superassi quota 7 (record in carriera in una stagione, ndr)".

    DIFFERENZE ALLEGRI-GUARDIOLA - "Guardiola è una allenatore unico nel suo genere, a mio parere il migliore al mondo. Paragonare un qualsiasi tecnico a Pep è difficile, ma Allegri è un allenatore importante che ha disputato 2 delle ultime 3 finali di Champions. Ama la difesa molto solida e il suo calcio non è fatto di... tiki taka, ma di concretezza. Sia lui che Guardiola hanno vinto tanto e, anche se quello di Pep è un gioco più spettacolare, alla fine contano i grandi risultati che entrambi hanno ottenuto in carriera. Rapporto con Guardiola? Buono. E' un allenatore che rispetto molto e anche adesso mi scambio messaggi con lui. E' stato importante perché mi ha portato via dallo Shakhtar e mi ha fatto crescere".

    COSA MANCA PER IL SALTO DI QUALITA' DEFINITIVO - "Solo il tempo. Devo lavorare e non avere infortuni come successo in passato. Con Guardiola ho vissuto dei momenti fantastici, ma poi sono stato 6 mesi fuori per problemi fisici: rientravo e mi facevo di nuovo male... Spero di ritrovare la forma fisica che ho avuto al Bayern e, se Dio vorrà, tornerò anche a esprimere il mio calcio".

    RE DEL DRIBBLING - "Da piccolo mi allenavo con mio padre che è un ex calciatore: è stato lui che mi ha insegnato qualche segreto e che mi ha dato tanti consigli. I migliori al mondo a dribblare? Neymar su tutti, ma sono forti anche i miei ex compagni Robben e Ribery. Tra i grandi del passato? Ronaldinho perché è sempre stato il mio idolo e il mio mito".

    OTTAVI CHAMPIONS - "Se ci penso già? Un passo alla volta... Prima dell'andata con il Tottenham ci sono tante partite. Già sabato avremo un match importante e ci servono i tre punti".

    SCUDETTO O CHAMPIONS LEAGUE? - "La Champions è difficile perché vi partecipano le migliori squadre al mondo. Confesso che mi piacerebbe parecchio portare alla vittoria la Juventus, ma chi indossa questa maglia deve tentare di vincere ogni competizione a cui partecipa. Triplete quest'anno? Non saprei... Ci sono tanti fattori e la nostra è una formazione con diversi giocatori nuovi. Io però ho fiducia perché siamo forti e sono convinto che possiamo raggiungere ogni traguardo".

    CORRE A 34,2 KM/H? - Sì, gli strumenti hanno detto questo. E se lo dicono loro...".

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