DONNARUMMA NON RINNOVA: ma voi al suo posto sareste restati al Milan?
Premessa numero uno: Raiola non ci piace. Sa fare benissimo il suo lavoro, che consiste nel produrre guadagni enormi per i suoi assistiti, ma è troppo invadente, a volte arrogante. Abbiamo conosciuto procuratori, in epoche nemmeno lontane, che avevano tutt’altro comportamento e tutt’altra eleganza, eppure i loro calciatori - vi garantiamo - sono stati comunque ricoperti d’oro.
Premessa numero due: il Milan è tra i club più titolati al mondo, ha un fascino e un prestigio con pochissimi eguali, una tifoseria fantastica, una galleria di trofei e campioni che mette i brividi (per chi non c’è mai stato, consigliamo una visita al museo rossonero: un’esperienza sensazionale per tutti gli amanti del calcio). E’, insomma, una società che merita il massimo rispetto possibile.
Ciò premesso, ci domandiamo se davvero sia giusto accusare di alto tradimento un ragazzo di diciotto anni il quale, giustamente ambizioso sul piano tecnico (oltre che su quello economico), ha deciso di lasciare questo Milan. Cioè una società che sta cercando di rilanciarsi, ha condotto un mercato intelligente e oneroso, certamente nella prossima stagione si avvicinerà al vertice della classifica e lotterà per entrare in Champions, ma è lontanissima dai fasti del passato e dai club più importanti del mondo. Né sappiamo con assoluta certezza se e per quanto tempo ancora i cinesi investiranno nel club rossonero.
Mettiamo per un attimo da parte i soldi (anche il Milan gliene ha offerti davvero tanti). Chiediamo: perché Donnarumma avrebbe dovuto scommettere sulla rinascita di questa società piuttosto che aspettare - ad esempio - il Real Madrid che vince Champions a raffica oppure il Manchester United di Mourinho e Pogba? Non parliamo per favore di riconoscenza nei confronti del Milan, perché uno con queste qualità sarebbe diventato grande in qualsiasi club e non solo qui. E non dimentichiamo che l’addio avviene nel pieno rispetto dei contratti, visto che il suo scade nel 2018: non c’è alcuna forzatura in questo annuncio di divorzio, insomma.
E’ facile insultare ora Donnarumma, un ragazzino appena maggiorenne, ed è ancora più semplice dare lezioni morali al suo procuratore - sul quale abbiamo già espresso tutti i nostri dubbi - oppure a Gigio e alla sua famiglia. Provate però, per un attimo, a mettervi nei panni di questo giovane fenomeno: voi, al suo posto, avreste firmato il contratto con il Milan?
@steagresti