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    Donnarumma e altri 10: in questa Italia non ci sono "intoccabili", sarebbe meglio puntare su chi sta bene

    Donnarumma e altri 10: in questa Italia non ci sono "intoccabili", sarebbe meglio puntare su chi sta bene

    • Renato Maisani
      Renato Maisani
    Quando le emozioni sono talmente forti da rischiare di influenzare nel bene o nel male ogni valutazione, è sempre meglio prendersi qualche ora - se non qualche giorno - prima di provare a fare ordine tra i pensieri. L'insperato goal di Zaccagni ha fatto gioire un Paese intero facendo per qualche istante dimenticare la prestazione negativa degli Azzurri ma, così come non è giusto fare drammi a mente troppo calda, allo stesso modo l'accesso alla fase ad eliminazione diretta degli Europei non può liberare il campo dalle perplessità lasciate dalla Nazionale di Spalletti.

    E raramente come questa volta, definire una squadra, "la squadra di" - Spalletti in questo caso - appare logico e quasi automatico. Perché sebbene a livello tattico il c.t. stia cambiando spesso le carte in tavola non intestardendosi né con un modulo specifico né con un determinato tipo di gioco, a livello di uomini Spalletti ci sta mettendo la faccia come poche volte si è visto fare ad un commissario tecnico della Nazionale in una grande manifestazione. 

    Spesso, purtroppo, le scelte dei vari c.t. sono state influenzate dal volere popolare, dalla stampa, dalla politica o dagli stessi calciatori. Spalletti invece - ma non è detto che sia un bene - sta andando avanti dritto per la sua strada e, soprattutto, coi suoi uomini. E senza voler scomodare parallelismi esagerati come quello con il Paolo Rossi di Enzo Bearzot, il tecnico di Certaldo ha deciso di schierare Di Lorenzo e Jorginho quando sarebbe stato più facile, per lui, tenerli fuori. Del resto, era quello il volere di tutti (o quasi) e se l'Italia avesse mancato l'obiettivo, nessuno avrebbe potuto imputarlo a questa scelta. 

    Ma Spalletti è fatto così ed anzi tende ad ostinarsi proprio quando sente di essere solo, o per lo meno quando il suo pensiero non è condiviso dalla maggioranza. Il goal di Zaccagni, finora, gli dà ragione o per lo meno lo tiene in piedi, ma come detto in apertura, non può bastare per dimenticare la brutta prestazione offerta contro una Nazionale croata probabilmente mai così debole.

    C'è da cambiare, adesso, e già da subito. Perché se è vero che Jorginho svolge un lavoro oscuro da non sottovalutare, è altrettanto vero che al regista dell'Italia - chiunque egli sia - è legittimo richiedere anche qualcosa di più in fase propositiva. Ed è difficile pensare che Fagioli non sia capace di offrire di più o che, per lo meno, Bryan Cristante non possa tornare più utile, se non altro a livello muscolare. Continuando a parlare di singoli, lo stesso Di Lorenzo - del quale è impossibile discutere il valore assoluto - dopo la gara con la Croazia ha ringraziato Spalletti ammettendo: "Con un altro allenatore non avrei giocato". E persino Dimarco, uno dei migliori calciatori della nostra Serie A, sta vivendo un momento complicato al punto da spingere il nostro commissario tecnico ad abbandonare l'idea di considerarlo intoccabile.

    Un po' tutti, nei mesi che hanno preceduto gli Europei, immaginavamo un'Italia trascinata da Dimarco, Scamacca, Chiesa e Barella, nella quale Di Lorenzo sarebbe stato un punto di riferimento affidabile al pari di Bastoni, Pellegrini e Donnarumma. E invece, al netto del portierone del PSG, soltanto Bastoni - seppur con qualche sbavatura - non ha tradito le attese, mentre tutti gli altri hanno reso al di sotto delle aspettative. Allo stesso tempo, Calafiori e Zaccagni - che fino a pochi mesi da Euro 24 non avevano nemmeno la certezza di essere convocati - sono stati gli uomini determinanti. 

    E questo ancora una volta evidenzia come sì, è importante tenere conto del valore assoluto dei calciatori e sì, nessuno diventa 'brocco' o 'fenomeno' in poche settimane, ma in competizioni dalla durata così breve è impossibile ignorare lo stato di forma o di grazia di alcuni calciatori: basti pensare all'exploit Totò Schillaci, per dirne uno. Allo stesso modo, in passato, campioni indiscussi come Gianluca Vialli a Italia '90 o Alessandro Del Piero a Francia '98 sono stati penalizzati da una condizione non ottimale che ha spinto i commissari tecnici dell'epoca a non considerarli più intoccabili come erano alla vigilia. E senza nulla togliere ai ragazzi di Spalletti, se questa "regola" è valsa per Vialli e Del Piero, può essere applicata a tutti. 
     

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