I fuochi di artificio li ha sparati lui, con eleganza e sincerità, senza fare male a nessuno. Il capodanno di Tevez assomiglia ad un addio anticipato alla Juve, ma in realtà non lo è. Carlitos ha espresso un suo legittimo desiderio, quello di tornare a casa quando finirà il suo contratto con la Juve. Non prima. Ovvero tra un anno e mezzo. Quando avrà 32 anni e si sarà forse esaurito il suo giro del mondo in cerca di gloria. La Juve lo sa, lo sapeva, e ha intenzione di rispettare la sua volontà. Senza forzature. Ma allo stesso tempo non pensa allo scenario meno piacevole per i suoi tifosi, quello di un divorzio a giugno. L'intenzione del club bianconero è assolutamente quella di concludere l'impegno con il suo dieci alla scadenza naturale, non essendoci oggi margini per un rinnovo. E non essendo Tevez un giocatore per il quale fare ragionamenti del tipo: meglio venderlo a giugno per prendere qualcosa, che perderlo a zero nel 2016. Con Tevez no. Perché sul campo ha fatto tutto quello che la Juve gli aveva chiesto il giorno della firma, onorando la maglia che fu di Del Piero ed entrando nel cuore della gente dalla porta principale. Smentendo tutte quelle leggende inglesi su un carattere indomabile che invece si è dimostrato essere rigido ma buono. Doveva essere un ribelle, terribile solo a guardarlo. E invece non c'è stato un solo episodio negativo sia fuori che in campo, un comportamento impeccabile. Anche a capodanno, in quell'intervista a cuore aperto: "Quando ho firmato per 3 anni mi ero posto l'obiettivo di rimanere fino al 2016 e per questo voglio rispettare il contratto fino a quella data. Però adesso non voglio parlare di rinnovo. Non è quello che sento". Mentre altri suoi colleghi magari avrebbero fatto gli ipocriti dichiarando di voler restare a vita, prima di andarsene poi senza nemmeno salutare. Buon 2015 anche a loro.
Gianluca Di Marzio (giornalista Sky Sport)
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