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    Dietro la maschera c'è Samuele Inacio: i consigli di papà Inacio Pià e l'idolo Neymar per il nuovo 2008 delle meraviglie

    Dietro la maschera c'è Samuele Inacio: i consigli di papà Inacio Pià e l'idolo Neymar per il nuovo 2008 delle meraviglie

    • Andrea Distaso
    Quando segna si copre la faccia con la “maschera”, ma da nascondere non c'è proprio nulla. La classe cristallina di Samuele Inacio, trequartista classe 2008 figlio dell'ex attaccante di Atalanta e Napoli Inacio Pià, è cosa nota da tempo per gli addetti ai lavori e per chi negli ultimi anni ha calcato i campi di Zingonia e ha seguito la crescita, passo dopo passo, di questo ragazzo in giro per l'Italia. Non è assolutamente vero che nel nostro Paese non ci sono ragazzi di valore e con qualità futuribili per ambire a diventare professionisti e a coronare il sogno di arrivare dove sono giunti i più grandi prima di loro. Il talento non manca ma va coltivato e valorizzato, coi modi e nei tempi giusti. Calma dunque, ma visto il dilagare delle manie con una certa facilità e considerando che soltanto qualche migliaio di chilometri più in là – in Spagna – brilla la stella del 2007 Lamine Yamal, è lecito quanto meno porsi la solita domanda. E noi?

    Dietro la maschera c'è Samuele Inacio: i consigli di papà Inacio Pià e l'idolo Neymar per il nuovo 2008 delle meraviglie


    DA BERGAMO A DORTMUND - Noi fatichiamo, ma siamo pur sempre quelli che nella stagione passata hanno fatto esordire in Serie A un 2008 che tanti ci invidiano, il milanista Francesco Camarda. Che, dopo aver vinto da miglior giocatore del torneo, l'ultimo Europeo Under 17 ed essersi ben disimpegnato da sottoetà con l'Under 19 del Milan, sta proseguendo il suo percorso di apprendistato, con vista sulla prima squadra di Fonseca, con la formazione Under 23 impegnata da quest'anno in Serie C. Ebbene, non è l'unico. Perché ci possono essere strade e direzioni alternativi per arrivare al medesimo traguardo: per esempio salutare l'Italia e le proprie radici per mettersi alla prova lontano da casa. In un altro Paese, in un altro campionato: è il caso di Samuele Inacio che, dopo aver impressionato nelle giovanili dell'Atalanta, ha scelto il Borussia Dortmund. Tradizionale fucina di talenti e innato senso di leggere in anticipo il percorso migliore per ciascuno di loro. Come se non bastasse questa come vetrina, nel nuovo ciclo della Nazionale Under 17 che proverà a qualificarsi all'Europeo in Albania del 2025 per difendere il titolo conquistato pochi mesi fa a Cipro - e strappare il pass per il Mondiale di categoria – Samuele Inacio sembra poter essere già l'uomo in più.

    ASCOLTANDO PAPA' - Un classico “10” e non solo per il numero di maglia portato sulle spalle in questi giorni a Trieste, dove gli Azzurrini allenati da mister Massimiliano Favo sono impegnati in un torneo internazionale a cui prendono parte pure Svizzera e due grandi del calcio europeo come Spagna e Portogallo. Proprio contro i lusitani – sconfitti nella finale dell'ultimo Europeo – Inacio ha realizzato il primo dei due gol arrivati dopo le prima due partite, dimostrando anche un senso per la porta avversaria niente male. Per sua stessa ammissione, i consigli di papà Inacio – di ruolo seconda punta – sono risultati più che preziosi, sotto l'aspetto tecnico ma anche e soprattutto su come gestire tutto quello che comporta in termini di responsabilità l'essere “figlio di” e di avere un talento potenzialmente importante in prospettiva.

    L'IDOLO NEYMAR - Più che per i gol, Samuele Inacio ruba maggiormente l'occhio per la sua abilità nel dribbling, nel provare a creare sempre superiorità numerica negli uno contro uno e nel leggere lo sviluppo dell'azione prima degli altri. Per scegliere la posizione in campo dalla quale risultare più efficace per ispirare le azioni offensive della squadra e valorizzare i movimenti dei suoi compagni. In una recente intervista ai canali ufficiali della FIGC non ha nascosto la sua ammirazione per Neymar, autentico funambolo che ha ispirato molto le nuove generazioni di calciatori per il suo modo di interpretare il gioco sempre all'insegna della fantasia. Tutto alla luce del sole, come l'estro di Samuele Inacio. La mano che copre il volto in occasione dei gol, a disegnare idealmente una maschera. Un segno distintivo e niente più, perché da nascondere non c'è proprio nulla.

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