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    Italia, la rivoluzione francese di Spalletti: le tre chiavi che fanno dimenticare l'incubo Europei

    Italia, la rivoluzione francese di Spalletti: le tre chiavi che fanno dimenticare l'incubo Europei

    • Sandro Sabatini
      Sandro Sabatini
    Viva l’Italia. Questa Italia. Che non assomiglia per nulla a quella che aveva lasciato l’Europeo senza rabbia né orgoglio. Solo vergogna e fischi contro la Svizzera a Berlino; solo autostima e applausi contro la Francia a Parigi.

    La rivoluzione francese stavolta l’ha fatta Spalletti, traducendo e adattando le tre parole iconiche per Parigi e dintorni: “libertè, egalitè, fraternitè”. Libertà: di giocare con la difesa a tre e con un’unica punta, pensando al calcio figlio del campionato e non quello teorizzato per conto proprio. Uguaglianza: in campo chi è più in forma senza gerarchie precostituite, infatti l’80% dei titolari di movimento erano diversi rispetto a quelli che si erano congedati con tristezza dall’Europeo. Fratellanza: si è visto un gruppo, entusiasta e compatto, anziché una nazionale sbriciolata da inutili rivalità interne e ossessioni tattiche. Tre parole simboliche per la rivoluzione italiana. Tre gol per vincere contro una Francia lenta e presuntuosa, cioè a immagine e somiglianza di Mbappé, campione davvero involuto.

    Ultimo appunto da non dimenticare, prima di pensare alla prossima partita. Eravamo partiti con l’handicap del gol regalato dopo una decina di secondi. Sembrava finita prima di iniziare, la nuova nazionale di Spalletti. Invece è iniziata lì, benissimo, prima di finire malissimo. Applausi e viva l’Italia. Questa Italia.

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