Di Bello nella bufera, la moglie non ci sta: 'Accanimento senza precedenti, odio e violenza non c'entrano nulla'
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E’ diventato uno dei protagonisti, in negativo, di un week-end di Serie A che non passerà alla storia come uno dei più sereni per la classe arbitrale. Marco Di Bello, direttore di gara designato per l’anticipo di venerdì sera tra Lazio e Milan, è finito letteralmente nella bufera per una prestazione molto al di sotto della sufficienza, più per la gestione disciplinare e per i due cartellini rossi sventolati nel finale a Marusic e Guendouzi che per gli episodi-chiave come il rigore non accordato ai biancocelesti per il contatto tra Maignan e Castellanos e per l’espulsione di Pellegrini. Il duro atto d’accusa del presidente della Lazio Claudio Lotito al termine della partita e tutto ciò che è scaturito dopo - come i rumors su un’imminente sospensione del fischietto brindisino per almeno un mese - hanno trovato la pronta replica della signora Carla Faggiano, moglie di Di Bello.
LOTITO CHIEDE LA RIPETIZIONE DI LAZIO-MILAN
LO SFOGO - “Non è facile scrivere rimanendo lucida ed educata, non è facile restare equilibrata e serena. Non è per niente facile, ma devo esserlo per non farmi travolgere e inghiottire da questa tempesta di odio. Non voglio parlare di arbitraggio, non mi interessa parlare di calcio e calciatori, non posso però parlare di sport perché sport non è più: nello sport non c'è spazio per odio e violenza. Invece sono due giorni, e chissà quanti altri ne seguiranno, che su un UOMO si stanno riversando le più indicibili cattiverie e ostilità”, recita la prima parte della lettera scritta dalla signora Di Bello, condivisa dal diretto interessato attraverso una storia su Instagram. “È un accanimento mediatico e sociale senza precedenti”, prosegue la lettera. “Viviamo in un'epoca storica dove si condannano e si prendono le distanze da violenza e abusi, ma siamo però capaci di odiare, denigrare, offendere, maltrattare e oltraggiare il prossimo. Non sono qui per difendere Marco, in quanto capace di poterlo fare da sé. Sono qui per mettermi accanto a lui, per poterlo alleggerire del carico emotivo subito. Sono qui per ricordare che dietro una divisa, fuori dal campo, lontano dalle telecamere, c’è un uomo. Ci sono sacrifici, impegno, dedizione, rinunce, sogni, successi e sconfitte. C’è Marco Di Bello, ci sono la sua forza, la sua dignità e tanto altro ancora che niente e nessuno riuscirà mai a cancellare. 'Nel mezzo di una difficoltà c’è un’opportunità' (Albert Einstein) Con Amore! Carla".
MARCHETTI E DI BELLO VERSO UN LUNGO STOP
IL PRECEDENTE - Marco Di Bello aveva già subito forti polemiche ad inizio stagione per la direzione di un controverso Juventus-Bologna dello scorso 27 agosto e per aver negato un chiaro calcio di rigore a Ndoye. Una svista che gli costò circa un mese di stop da parte del designatore Rocchi e che potrebbe tornare d’attualità già a partire dalle prossime settimane, sulla base delle prime indiscrezioni giunte dai vertici arbitrali nelle ore immediatamente successive alla bagarre dell’Olimpico.
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LO SFOGO - “Non è facile scrivere rimanendo lucida ed educata, non è facile restare equilibrata e serena. Non è per niente facile, ma devo esserlo per non farmi travolgere e inghiottire da questa tempesta di odio. Non voglio parlare di arbitraggio, non mi interessa parlare di calcio e calciatori, non posso però parlare di sport perché sport non è più: nello sport non c'è spazio per odio e violenza. Invece sono due giorni, e chissà quanti altri ne seguiranno, che su un UOMO si stanno riversando le più indicibili cattiverie e ostilità”, recita la prima parte della lettera scritta dalla signora Di Bello, condivisa dal diretto interessato attraverso una storia su Instagram. “È un accanimento mediatico e sociale senza precedenti”, prosegue la lettera. “Viviamo in un'epoca storica dove si condannano e si prendono le distanze da violenza e abusi, ma siamo però capaci di odiare, denigrare, offendere, maltrattare e oltraggiare il prossimo. Non sono qui per difendere Marco, in quanto capace di poterlo fare da sé. Sono qui per mettermi accanto a lui, per poterlo alleggerire del carico emotivo subito. Sono qui per ricordare che dietro una divisa, fuori dal campo, lontano dalle telecamere, c’è un uomo. Ci sono sacrifici, impegno, dedizione, rinunce, sogni, successi e sconfitte. C’è Marco Di Bello, ci sono la sua forza, la sua dignità e tanto altro ancora che niente e nessuno riuscirà mai a cancellare. 'Nel mezzo di una difficoltà c’è un’opportunità' (Albert Einstein) Con Amore! Carla".
MARCHETTI E DI BELLO VERSO UN LUNGO STOP
IL PRECEDENTE - Marco Di Bello aveva già subito forti polemiche ad inizio stagione per la direzione di un controverso Juventus-Bologna dello scorso 27 agosto e per aver negato un chiaro calcio di rigore a Ndoye. Una svista che gli costò circa un mese di stop da parte del designatore Rocchi e che potrebbe tornare d’attualità già a partire dalle prossime settimane, sulla base delle prime indiscrezioni giunte dai vertici arbitrali nelle ore immediatamente successive alla bagarre dell’Olimpico.