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Decadenza Ferrero, il presidente tuona: 'Questa è una guerra per riformare il mondo del calcio'
La tesi della Sampdoria, espressa in un comunicato ufficiale, è piuttosto chiara: un patteggiamento non è uguale ad una condanna, e quindi i presupposti dell'articolo 22 bis verrebbero meno (si parla di "coloro che siano stati o vengono condannati con sentenza passata in giudicato a pene detentive superiori a un anno"). "Con riferimento alla comunicazione della FIGC secondo la quale la sentenza della vicenda di Livingston del 2009 avrebbe determinato la decadenza, ai fini solo esclusivamente sportivi, dalla carica di presidente del sig. Massimo Ferrero, U.C. Sampdoria conferma che si tratta di decisione ingiusta e non corretta, difettando il presupposto di una sentenza di condanna" si legge sul sito blucerchiato.
"Nel massimo rispetto del ruolo degli organi istituzionali della Federazione, U.C. Sampdoria e il suo Presidente proporranno ogni iniziativa a tutela dei rispettivi interessi, diritti e ragioni. In ogni caso, la decisione della FIGC non incide in alcuna misura sul regolare andamento e sulla prosecuzione delle attività societarie e sportive di U.C. Sampdoria, anzi la rafforza, essendo del tutto fantasiose e prive di ogni fondamento le illazioni concernenti presunte ipotesi riguardanti l’assetto societario di U.C. Sampdoria".
Nel frattempo Massimo Ferrero stesso da Roma ha tuonato: "Ma scherziamo? Questa è una guerra per riformare il mondo del calcio e caso strano viene colpito chi spinge più di tutti perchè nel calcio certe logiche vengano eliminate". Giovedì prossimo, in Lega Calcio, c'è da eleggere la nuova governance e si profila uno scontro tra le cosiddette 'grandi' e le 'medio piccole' sulla questione dei diritti tv. Ferrero non potrà partecipare vista la decisione della FIGC, ma ha dato già mandato all'avvocato Antonio Romei di rappresentare la Samp.