Getty Images
De Zerbi: 'Inter? Nessuna chiamata, voglio restare al Brighton. Grazie Milan'
"Sono fortunato a lavorare qua. Ho trovato un gruppo di giocatori già abituato a giocare con coraggio, già abituato a cambiare modulo all’interno della gara e poi ovviamente ci ho messo un po’ del mio perché è chiaro che faccio fatica a scimmiottare gli altri. Anche qua dovevo essere me stesso e devo dire che ho avuto una risposta importantissima da parte dei giocatori. Sono convinto che i giocatori contino più dell’allenatore. Gli allenatori possono dare organizzazione, fiducia, mentalità, stile di gioco e altro ma poi i risultati li fanno sempre i giocatori".
"Guardiola che ha detto che il Brighton è la miglior squadra che costruisce dal basso? Mi fa piacere anche perché lui qualcosa ha vinto. Mi fa piacere ricevere i suoi complimenti, ma penso che fino a quando Guardiola allenerà sarà difficile far qualcosa con la palla meglio di quello che faccia lui".
"Le voci di mercato? La mia storia lo racconta: non mi muovo a seconda delle richieste importanti o meno. Inter o Roma? Non ho parlato con nessuno, ma penso che in questo momento per il mio percorso, per la mia vita sia importante rimanere qui. Ho dovuto lasciare lo Shakhtar dopo otto mesi di lavoro e l’ho fatto malvolentieri e andare via dal Brighton dopo lo stesso tempo mi sembrerebbe come non portare a termine il lavoro. La mia volontà è quella di rimanere, poi dovrò parlare col club e confrontarci per capire cosa si aspettano, cosa vogliono, quali sono le loro ambizioni. Non metto la mano sul fuoco, ma la mia volontà è quella di rimanere. Il Chelsea? Non lo so e non credo perché nessuno mi ha avvisato e nessuno mi ha chiamato".
"La Premier League penso sia il campionato più bello in Europa in linea generale. La Serie A è molto tattica e molto difficile da preparare per le difficoltà tattiche. Anche il campionato tedesco è molto tattico e con tanti allenatori bravi mentre il campionato francese è molto fisico. Quello inglese è un insieme di tutto, è un campionato molto fisico dove ci sono giocatori fortissimi, i migliori in circolazione. Trovi squadre preparate tatticamente e difficili da affrontare come l’Arsenal, il City, il Liverpool, l’Aston Villa o il Fulham. È molto affascinante anche per la cornice di pubblico".
"Io sono cresciuto al Milan, ho vissuto tre anni a Milanello e la mia formazione calcistica viene dal Milan, quello vero: la mia educazione calcistica viene dal Milan di Baresi, di Tassotti, di Maldini, di Boban, di Savicevic e di Costacurta. Sono tifoso del Brescia, ma sono riconoscente al Milan per quello che mi ha dato e per come mi ha cresciuto. C’è sempre un occhio di riguardo".
"Italiano e Dionisi? Penso che ci siano tanti allenatori giovani bravissimi, come anche Zanetti dell’Empoli che secondo me sta facendo benissimo. E poi c’è qualcuno indietro come livello, ma che sicuramente diventerà un allenatore importante come Aquilani che sta allenando la Primavera della Fiorentina".
"Io non vivo per la carriera o per quello che devo vincere. Io voglio star bene con me stesso e sentirmi gratificato col mio lavoro. Io ho ricevuto tanto dal calcio, ma ho dato anche tanto. Sulla bilancia siamo alla pari e allora voglio divertirmi. Non vorrei spostarmi da Brighton e poi vedremo cosa succederà, anche perché prima o poi dovrò spostarmi. Mi piacerebbe un giorno tornare in Italia, però mi piacerebbe fare altre esperienze all'estero: una in Germania e una in Brasile".
"A parte il clima, mi piace tutto di Brighton. Sto vivendo lavorativamente un sogno. Mi diverto, venivo dalla chiusura molto triste con lo Shakhtar e forse in questo momento questa nuova esperienza me la sto godendo di più rispetto al passato. Mi piace tutto, mi piace il campionato, mi piace la mia squadra e mi piace il modo che hanno gli inglesi di intendere il calcio. Mi trovo bene nel club e stanno arrivando anche i risultati: non posso chiedere di più".