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Dall'Inter sfiorata al gol contro il Milan: Ninkovic, il talento che odia studiare
INTER SFIORATA - Diventa il più giovane capitano della storia del club: 17 anni, 10 mesi e 12 giorni, sorpasso su un certo Stevan Jovetic. E non è un caso, perché proprio l'Inter è stata la squadra più vicina a prenderlo. Correva l'anno 2013, l'Inter affronta i serbi in Europa League e brilla la stella di Lazar Markovic. Gli osservatori volano a Belgrado più di una volta per seguirlo, ma a rapire gli occhi nerazzurri è più Ninkovic di Markovic (che finirà al Liverpool, oggi in prestito allo Sporting). Si tratta, prezzo alto. Non si chiude per pochi milioni. Due anni e mezzo dopo, il Genoa sceglie di scommettere su di lui in un'operazione congiunta con il Chievo. E anticipa la concorrenza del Napoli, decisamente interessato ma meno rapido ad affondare il colpo.
IL TALENTO E L'ITALIANO - Il suo talento si nota a occhio nudo, anche Ivan Juric lo considera subito un giocatore potenzialmente importante. Finché non prova a parlargli nel primo giorni di raduno: "Allora, Nikola? Come ti trovi?". Ehm, Ninkovic non risponde. Non sa l'italiano, lo capisce a stento, non sa parlarlo. "Mi ha fatto infuriare, imparare la lingua è fondamentale per integrarsi e per rispetto nei confronti del Paese dove vai a lavorare", racconta oggi Juric. Non ama studiare, Ninkovic. E' intelligente ma non si applica se non in campo. Dove sta convincendo il Genoa dalla fase difensiva (in crescita) fino a quella offensiva, il suo mestiere. Esterno o trequartista, purché sia fantasia al potere. In quel caso, Ninkovic sarà sempre promosso. E adesso sta pure imparando la lingua. Un passo per volta: il primo gol era decisamente quello più importante.