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  • Romamania, dal Triangolo del Potere alla scelta per rinascere: un 'dittatore'

    Romamania, dal Triangolo del Potere alla scelta per rinascere: un 'dittatore'

    • Paolo Franci

    La fiera degli alibi e dello scaricabarile, mi annoia mortalmente. E garbatamente me ne frego di quel che dice James Pallotta, lui che essendo presidente e proprietario non può non essere il primo responsabile dello sfascio. Di sicuro, s'è capito contro il Napoli che Di Francesco avrà avuto pure le sue colpe (i troppi infortuni muscolari ad esempio) ma non può essere lui, ma chi l'ha squadra l'ha costruita, Monchi, il primo artefice di un disastro. Poi però, ci sono altre considerazioni. Sul mio giornale, il Quotidiano Nazionale, ho scritto del Triangolo del Potere. E cioè di un asse decisionale che gira molto tra Boston (James Pallotta), Cape Town (Franco Baldini) e (un po' meno), Roma, che di fatto è il Triangolo delle Bermuda nel quale scompaiono ambizioni e competitività. Può un club di dimensioni notevoli come la Roma, essere gestito da due personaggi che a Roma non ci sono mai? E i manager che si dividono tra l'Eur e Trigoria, quanto si sentono o sono depotenziati di fronte a quel ponte che parte dall'America e arriva addirittura in Africa?


    Che poi ci sarebbe da chiedersi come il consigliere di ferro di Pallotta possa essere ancora il consigliere di ferro di Pallotta dopo essere partito da Luis Enrique e approdato alla peggior scelta dell'era americana, il ds Monchi. Quest'ultimo, ha venduto i migliori per comprare giocatori che sono sotto gli occhi di tutti. Di fatto, ha smembrato una squadra che adesso è al settimo posto e a naso farà fatica ad agguantare l'Europa League, a meno di miracoli di Claudio Ranieri, sempre più consapevole di essersi sobbarcato una situazione evidentemente insanabile. E se per ricostruire si dovrà ripartire da zero _ senza Champions la Roma dovrà cedere i pochi pezzi migliori che le rimangono _ perchè non fare come ha fatto il Napoli? Si scelga un allenatore super, come Antonio Conte ad esempio (per carità, fermate Baldini se davvero se ne esce con Bielsa o Jardim), o come Carlo Ancelotti (un top, insomma), e gli si diano le chiavi di Trigoria. Gli si consenta di essere allenatore e 'dittatore' sulle vicende dell'area tecnica. Un vero e proprio manager/allenatore al quale proporre un progetto serio, magari anche triennale, ma con stimoli evidenti per chi è chiamato a ricostruire prima e modellare poi una squadra che se non ripartirà da zero, poco ci manca. In fondo, pur avanti nel progetto,  così ha fatto il Napoli lo scorso anno. Ha venduto Jorginho a peso d'oro (60 milioni), ha preso Ruiz e qualche giocatore di buona presenza, ma si è affidato a un Re della panchina come Ancelotti. Eppoi, si vada a ripetizione da De Laurentiis nella gestione delle clausole rescissorie: se Koulibaly firma il rinnovo a 6 milioni a stagione con clausola da 150 milioni e Manolas, che per valore è più o meno al livello del difensore napoletano, si può prendere pagando appena 36 milioni di clausola, vuol dire che c'è molto, ma molto da rivedere.
     

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