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Dal Milan di Hamrin alla Lazio di Vieri: che bella la Coppa delle Coppe! E ora...
Ad alzare per primi il trofeo furono i giocatori della Fiorentina, la squadra di Albertosi e Hamrin allenata dall’ungherese Hidegkuti, che nella doppia finale ebbe la meglio contro i Rangers Glasgow. La Coppa delle Coppe per molti anni venne garantita da un prestigio maggiore della Coppa Uefa. Il secondo club italiano a vincerla fu il Milan, che timbrò due edizioni a cavallo tra la fine degli anni ’60 e l’’inizio dei 70. Milan-Amburgo 2-0 a Rotterdam nel 1968 (doppietta di Hamrin) e la celebre Milan-Leeds 1-0 (Chiarugi) a Salonicco, giocata nella settimana che poi portò il Milan a perdere uno scudetto già vinto proprio all’ultima giornata, a danno della Juventus, nella partita che testerà nella storia come «Fatal Verona». La Coppa delle Coppe - a ripensarci oggi - ha il fascino vintage di quegli anni in cui il calcio europeo era ancora un mondo poco conosciuto. Era una coppa democratica, i vincitori si davano il turno, 32 squadre diverse (il record è del Barcellona con 5 vittorie) in 39 edizioni, e non è mai stata conquistata per due stagioni consecutive dallo stesso club.
Alcune squadre vincitrici del trofeo sono rimaste nella memoria collettiva. L’Anderlecht di Van der Elest e Resenbrink negli anni ’70, l’Aberdeen allenato da un giovane Ferguson che nell’83 a Goteborg superò il Real Madrid di Juanito e Santillana, l’Everton di blu vestito che brillò con Stevens e Speedy vincendo quell’anno anche il titolo in Inghilterra, quella gioiosa macchina da guerra che era la Dinamo Kiev del professor Lobanowski alla vigilia del Mondiale messicano. Tra le italiane negli anni ’80 vanno ricordate Juventus (la Signora in Giallo che a Basilea nel 1984 sconfigge il Porto) e la Sampdoria di quella che all’epoca era la meglio gioventù del calcio italiano (trofeo vinto nella primavera del 1990, prima dei Mondiali italiani, da quella fantastica batteria di campioni: Vialli, Mancini, Pagliuca, Vierchowod). A vincere la Coppa delle Coppe anche il Parma di Scala che nel 1993 si sbarazzò dell’Anversa a Wembley, mentre è stata la Lazio di Eriksson (e di Mancini, Nedved, Vieri, Mihajlovic, Stankovic, Nesta, Marchegiani: che squadrone ragazzi) a portarsi a casa l’ultimo trofeo, quello datato 1998-99. Poi la serranda si è abbassata, con un declino coinciso con l’affermarsi della Champions League. Sono passati vent’anni e l’Uefa ha scoperto (soldi, diritti tv, sponsor) che forse tre coppe europee non sono così male. Prossimo passo: la Superlega.