Da Seedorf a Ranocchia, ecco i colpi più cari del mercato di gennaio in Italia
120 milioni, più 40 di bonus. Secondo le quotazioni attuali, tre tonnellate e mezzo di oro, poco più di novemila bitcoin: questo il prezzo del trasferimento più oneroso della storia del mercato invernale, questo il prezzo di Philippe Coutinho, atterrato pochi giorni fa a Barcellona. Gennaio atipico in Europa, estremamente caldo: quindici gradi a Milano, 80 milioni a Southampton, provenienza Liverpool, per assicurarsi il centrale olandese Virgil van Dijk. E mentre a Londra si discuteva sulla vittoria della Brexit, Diego Costa era seduto sull'aereo che lo riportava a casa, all'Atletico Madrid: deciso in estate, ufficializzato settimana scorsa l'addio al Chelsea del calciatore brasiliano (naturalizzato spagnolo) per 66 milioni di euro. Sono passati cinque giorni dall'inizio del mercato di riparazione, e il podio degli acquisti più costosi dell'inverno calcistico è già stato riscritto. Ma se in Spagna e in Inghilterra si sparano ancora fuochi d'artificio (e se ne preparano di nuovi), il cielo in Italia è sereno. Si vive di ricordi.
SEEDORF – Il giocatore olandese è il protagonista della trattativa più salata nella storia del calciomercato invernale italiano. Lo chiama Marcello Lippi, mentre si trova in vacanza a festeggiare l'arrivo del nuovo millennio. “Giocherai alle spalle di Ronaldo e Vieri”. La risposta: “Cinque minuti e sono pronto”. Sbarca a Milano con un bagaglio voluminoso: due Champions (una vinta con l'Ajax di van Gaal, l'altra con il Real Madrid di Heynckes), una Coppa Intercontinentale (Real, 1998), due Eredivisie e una Liga. La valigetta che percorre il tragitto inverso è altrettanto pesante: 50 miliardi di lire. Nell'Inter di Moratti e Oriali rimane per due stagioni e mezzo, spesso soffrendo le scelte di Lippi, Tardelli e Cuper, con un totale di 92 presenze e 14 gol, compresa la celebre doppietta alla Juventus del marzo 2002; due mesi più tardi vive dalla panchina la disfatta scudetto contro la Lazio, e in estate viene ceduto al Milan di Ancelotti.
ADRIANO – Al secondo posto, di nuovo una casacca nerazzurra. Quella dell'Imperatore, che nell'inverno del 2004 fa ritorno a Milano dopo i due anni trascorsi fra Firenze e Parma. Moratti lo riscatta per 23 milioni di euro e lo mette a disposizione di Zaccheroni, che in ottobre è subentrato a Cuper. “Sono felice di tornare a casa. Giocando nell'Inter potrò diventare un grande calciatore.” Ci riuscirà. Tre scudetti, tre supercoppe e due coppe nazionali; 75 gol in 177 apparizioni. Eppure, rimane una certezza: Adriano poteva essere qualcosa di più. “Lo abbiamo accolto come un fratello e protetto. Io e Cordoba passavamo le serate a ripetergli che poteva divenire il più grande. Abbiamo fallito, non siamo riusciti a strapparlo alla depressione,” il ricordo di Javier Zanetti. Gli fa eco Zlatan Ibrahimovic: “Ho giocato con i migliori, nessuno come Adriano.” Talento, tragedie, saudade, alcolismo. Nel 2009 deciderà di tornare nella sua Rio; al Flamengo, dove tutto è iniziato.
NAKATA – 35 miliardi e terzo gradino del podio per l'incarnazione di Oliver Hutton, Hidetoshi Nakata. La firma sull'assegno è quella di Franco Sensi, i beneficiari sono Luciano Gaucci e il Perugia, l'inverno è quello del 2000. Le 18 presenze e le 3 reti nella seconda parte di stagione gli valgono la conferma per l'annata successiva. Non una qualunque. Il 6 maggio 2001, a Torino, ci si gioca lo scudetto. La partenza per la banda di Capello è terribile: al quarto minuto Del Piero apre le marcature con un colpo di testa su assist di Zidane; al sesto il fuoriclasse francese raddoppia con un tiro dal limite dell'area. Poi, al sessantesimo, entra Nakata. 80': recupera palla a centrocampo, scende verso la porta bianconera e sulla trequarti esplode un tiro del dragone che Benji van der Sar può solo accompagnare con lo sguardo. 90'+1: raccoglie lo scarico di Candela e fa partire un altro missile; van der Sar respinge sui piedi di Montella, che da pochi metri non sbaglia. È 2-2, e a giugno la Roma è campione d'Italia per la terza volta nella sua storia.
BALOTELLI – Gennaio 2013. “Non è un sogno,” la risposta di Silvio Berlusconi a chi gli chiede se l'attaccante sia una possibilità reale per il Milan. Raiola: “Balotelli costa come la Gioconda.” Berlusconi: “Nel Milan è importante l'aspetto umano. Una mela marcia può infettare tutto lo spogliatoio.” Raiola: “Mario è tranquillo.” Berlusconi: “Balotelli o Kakà? Nessuno dei due. Sono operazioni impossibili in tempi come questi.” Galliani: “Non arriva al 99,5% periodico.” Raiola: “Fino al 31 gennaio può succedere di tutto.” Sofismi di mercato. Il pomeriggio del 30 Balotelli atterra a Malpensa: è un nuovo calciatore del Milan. Al City vanno 23 milioni: pochi per il capolavoro di Leonardo, ma al procuratore e allo sceicco Mansour bastano. L'avvio è scintillante: doppietta all'esordio contro l'Udinese, gol contro Cagliari e Parma. A fine stagione sono 12 reti in 13 presenze, che aiutano i rossoneri a raggiungere il terzo posto e la qualificazione in Champions League.
RANOCCHIA – Quinto posto nella classifica degli acquisti più cari di gennaio per il centrale umbro, costato 18,5 milioni di euro (6 per la compartecipazione con il Genoa, 12,5 per il riscatto). L'Inter anticipa la mossa estiva ai primi giorni del 2011, forte dei buoni rapporti con Preziosi e della necessità di aggiungere un difensore alla truppa, dopo l'infortunio al ginocchio patito da Walter Samuel. In coscienza o meno, si decide di affidargli fin da subito grandi responsabilità: è il ragazzo che ha esordito in serie A con il Bari nell'agosto del 2009, proprio contro l'Inter di Mourinho (1-1 al Meazza), proprio contro Marco Materazzi, da cui erediterà in nerazzurro la maglia numero 23; è il ragazzo che ha impressionato nella sua prima stagione e che si sta confermando con il Genoa. Ranocchia viene catapultato in un squadra zeppa di campioni e reduce dalla tripletta del 2010. Subito titolare, in campionato e in Champions. Reggerà il colpo nei primi mesi, poi si perderà in un periodo isterico della storia dell'Inter, non riuscendo a dare costanza alle sue prestazioni.
@VittNicc
SEEDORF – Il giocatore olandese è il protagonista della trattativa più salata nella storia del calciomercato invernale italiano. Lo chiama Marcello Lippi, mentre si trova in vacanza a festeggiare l'arrivo del nuovo millennio. “Giocherai alle spalle di Ronaldo e Vieri”. La risposta: “Cinque minuti e sono pronto”. Sbarca a Milano con un bagaglio voluminoso: due Champions (una vinta con l'Ajax di van Gaal, l'altra con il Real Madrid di Heynckes), una Coppa Intercontinentale (Real, 1998), due Eredivisie e una Liga. La valigetta che percorre il tragitto inverso è altrettanto pesante: 50 miliardi di lire. Nell'Inter di Moratti e Oriali rimane per due stagioni e mezzo, spesso soffrendo le scelte di Lippi, Tardelli e Cuper, con un totale di 92 presenze e 14 gol, compresa la celebre doppietta alla Juventus del marzo 2002; due mesi più tardi vive dalla panchina la disfatta scudetto contro la Lazio, e in estate viene ceduto al Milan di Ancelotti.
ADRIANO – Al secondo posto, di nuovo una casacca nerazzurra. Quella dell'Imperatore, che nell'inverno del 2004 fa ritorno a Milano dopo i due anni trascorsi fra Firenze e Parma. Moratti lo riscatta per 23 milioni di euro e lo mette a disposizione di Zaccheroni, che in ottobre è subentrato a Cuper. “Sono felice di tornare a casa. Giocando nell'Inter potrò diventare un grande calciatore.” Ci riuscirà. Tre scudetti, tre supercoppe e due coppe nazionali; 75 gol in 177 apparizioni. Eppure, rimane una certezza: Adriano poteva essere qualcosa di più. “Lo abbiamo accolto come un fratello e protetto. Io e Cordoba passavamo le serate a ripetergli che poteva divenire il più grande. Abbiamo fallito, non siamo riusciti a strapparlo alla depressione,” il ricordo di Javier Zanetti. Gli fa eco Zlatan Ibrahimovic: “Ho giocato con i migliori, nessuno come Adriano.” Talento, tragedie, saudade, alcolismo. Nel 2009 deciderà di tornare nella sua Rio; al Flamengo, dove tutto è iniziato.
NAKATA – 35 miliardi e terzo gradino del podio per l'incarnazione di Oliver Hutton, Hidetoshi Nakata. La firma sull'assegno è quella di Franco Sensi, i beneficiari sono Luciano Gaucci e il Perugia, l'inverno è quello del 2000. Le 18 presenze e le 3 reti nella seconda parte di stagione gli valgono la conferma per l'annata successiva. Non una qualunque. Il 6 maggio 2001, a Torino, ci si gioca lo scudetto. La partenza per la banda di Capello è terribile: al quarto minuto Del Piero apre le marcature con un colpo di testa su assist di Zidane; al sesto il fuoriclasse francese raddoppia con un tiro dal limite dell'area. Poi, al sessantesimo, entra Nakata. 80': recupera palla a centrocampo, scende verso la porta bianconera e sulla trequarti esplode un tiro del dragone che Benji van der Sar può solo accompagnare con lo sguardo. 90'+1: raccoglie lo scarico di Candela e fa partire un altro missile; van der Sar respinge sui piedi di Montella, che da pochi metri non sbaglia. È 2-2, e a giugno la Roma è campione d'Italia per la terza volta nella sua storia.
BALOTELLI – Gennaio 2013. “Non è un sogno,” la risposta di Silvio Berlusconi a chi gli chiede se l'attaccante sia una possibilità reale per il Milan. Raiola: “Balotelli costa come la Gioconda.” Berlusconi: “Nel Milan è importante l'aspetto umano. Una mela marcia può infettare tutto lo spogliatoio.” Raiola: “Mario è tranquillo.” Berlusconi: “Balotelli o Kakà? Nessuno dei due. Sono operazioni impossibili in tempi come questi.” Galliani: “Non arriva al 99,5% periodico.” Raiola: “Fino al 31 gennaio può succedere di tutto.” Sofismi di mercato. Il pomeriggio del 30 Balotelli atterra a Malpensa: è un nuovo calciatore del Milan. Al City vanno 23 milioni: pochi per il capolavoro di Leonardo, ma al procuratore e allo sceicco Mansour bastano. L'avvio è scintillante: doppietta all'esordio contro l'Udinese, gol contro Cagliari e Parma. A fine stagione sono 12 reti in 13 presenze, che aiutano i rossoneri a raggiungere il terzo posto e la qualificazione in Champions League.
RANOCCHIA – Quinto posto nella classifica degli acquisti più cari di gennaio per il centrale umbro, costato 18,5 milioni di euro (6 per la compartecipazione con il Genoa, 12,5 per il riscatto). L'Inter anticipa la mossa estiva ai primi giorni del 2011, forte dei buoni rapporti con Preziosi e della necessità di aggiungere un difensore alla truppa, dopo l'infortunio al ginocchio patito da Walter Samuel. In coscienza o meno, si decide di affidargli fin da subito grandi responsabilità: è il ragazzo che ha esordito in serie A con il Bari nell'agosto del 2009, proprio contro l'Inter di Mourinho (1-1 al Meazza), proprio contro Marco Materazzi, da cui erediterà in nerazzurro la maglia numero 23; è il ragazzo che ha impressionato nella sua prima stagione e che si sta confermando con il Genoa. Ranocchia viene catapultato in un squadra zeppa di campioni e reduce dalla tripletta del 2010. Subito titolare, in campionato e in Champions. Reggerà il colpo nei primi mesi, poi si perderà in un periodo isterico della storia dell'Inter, non riuscendo a dare costanza alle sue prestazioni.
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