Getty Images
Dal Torino allo Zenit, Caicedo è l'uomo in più della Lazio: pensare che doveva andare in Qatar...
SEMPRE SULLA GRATICOLA – Carattere mite e un’umiltà che ogni anno hanno convinto il tecnico biancoceleste a trattenerlo, anche quando il popolo biancoceleste gli era contrario. Sulla graticola nell’estate 2018, nel 2019 e per ultimo anche nel mercato estivo-autunnale 2020. Stavolta il giocatore stesso ci aveva fatto un pensierino ai tanti milioni dell’Al Gharafa, club qatariota con sede a Doha. Alla fine però si è convinto a rimanere, rendendo il reparto offensivo di Inzaghi finalmente completo, visti i quattro attaccanti a disposizione molto differenti l’uno dall’altro.
LA RINASCITA – La Lazio e Caicedo si devono molto a vicenda. Il club biancoceleste ha creduto nell’ecuadoregno nel maggiore momento di difficoltà e lui di conseguenza è rinato. Le incertezze dell’annata 2017/18 (6 gol in 33 gare e tanti errori sotto porta), sono state spazzate via da una buona seconda parte di stagione nel 2018/19, con tanto di gol nel derby vinto 3-0 contro la Roma, e un 2019/20 da trascinatore in extremis. Sassuolo, Juventus e Cagliari, tre squadre punite nei minuti di recupero che avevano lanciato la Lazio nelle undici vittorie consecutive (record) e verso il sogno scudetto da lui stesso annunciato alla cena di Natale.
ALTRO GIRO, ALTRO GRAFFIO – La nuova stagione sta ufficializzando che ormai Caicedo non è più una novità, bensì una certezza. “Altro giro, altro graffio” sta diventando il biglietto da visita di un calciatore dimenticato dai più tre anni fa, e che pian piano si è conquistato la fiducia di tutti. Anche l’Ecuador ha provato a convincerlo in tutti i modi a tornare, ma niente da fare. La Pantera, ora, è focalizzata solo sulla Lazio e i numeri di questo inizio di stagione lo confermano: 293 minuti giocati tra Serie A e Champions League e 3 gol segnati, quasi uno ogni 90. Il Panterone ha fame, la prossima preda è avvisata, non si faccia illudere dall'esultanza con il cuoricino.