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    Crisi Governo, Draghi si è dimesso al Quirinale. Le forze politiche già pensano al voto, il 2 o il 9 ottobre

    Crisi Governo, Draghi si è dimesso al Quirinale. Le forze politiche già pensano al voto, il 2 o il 9 ottobre

    "Mi recherò al Quirinale per comunicare le mie determinazioni". Un discorso brevissimo per annunciare alla Camera l'intenzione di recarsi al Colle per rassegnare le dimissioni. Mario Draghi parla davanti ai deputati dopo la giornata drammatica di Palazzo Madama. Sorride, si lascia andare a una battuta: "Qualche volta il cuore dei banchieri centrali viene usato...", dice richiamandosi alla barzelletta già raccontata davanti alla stampa estera qualche giorno fa. Dall'Aula arrivano applausi sparsi.

    L'esecutivo - scrive Repubblica - è a fine corsa, dopo quanto emerso nella lunghissima giornata di ieri al Senato. Le forze politiche già pensano al voto, probabilmente domenica 2 o il 9 ottobre. Ma non è ancora chiaro cosa succederà formalmente al governo, che ha ottenuto una fiducia con tre delle principali forze di maggioranza che non hanno votato, decidono così di non sfiduciare esplicitamente il premier con un voto contrario.

    Mario Draghi stamattina è arrivato a Palazzo Chigi, un passaggio prima di andare a Montecitorio. Non sarà necessario un nuovo passaggio in consiglio dei ministri, avendo il premier annunciato alla sua squadra le dimissioni già la settimana scorsa. Il presidente del Consiglio esce da una giornata convulsa e ne inizia un'altra, in cui salirà al Colle. È probabile che, a questo punto, il capo dello Stato accolga le dimissioni del premier che, non essendo stato sfiduciato dalle Camere, potrebbe proseguire nel suo impegno di governo (fino alla data del voto) con una attività ordinaria e non solo per gli affari correnti. Draghi potrebbe addirittura varare la manovra ai primi di settembre, in attesa del voto politico.

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