Un po' Allegri e un po' Conte: Sergio Conceiçao cancella Fonseca e smentisce il Milan
- 210
Parole, parole, ma poi contano i fatti. Una sorta di mantra che Sergio Conceiçao ha voluto ripetere a se stesso, ma indirizzare principalmente al mondo Milan, nelle sue prime ore da nuovo tecnico rossonero. Pragmatismo, schiettezza, voglia di risultare chiari sin dal primo approccio. Se si volesse sintetizzare in poche parole i contenuti principali della conferenza stampa di benvenuto dell’allenatore portoghese, queste sono probabilmente quelle che risultano più efficaci. Rispetto al recentissimo passato e al suo predecessore, la presa di distanza appare evidente da subito, quanto meno a parole. Poi, come detto, saranno soltanto i risultati a determinare o meno se di vera e propria svolta si potrà parlare e se quello di Sergio Conceiçao al Milan sarà l’inizio di un’era o soltanto un passaggio transitorio.
Un po’ Allegri e un po’ Conte. Non è sfuggito ai più che, in occasione della sua cerimonia di insediamento, l’ex allenatore del Porto abbia richiamato alla mente e ammiccato a due profili di tecnici che il club rossonero ha sondato - tra l’estate scorsa e le ultime settimane - salvo poi prendere una strada differente. Da una parte il rivendicare un’idea di calcio che - per quanto nei suoi 13 anni di carriera sia cambiata più volte adattandosi alle qualità dei calciatori - vuole essere tanto semplice quanto impattante nell’immediato. Perché il Milan di Conceiçao di tempo ne ha poco per recuperare quello perduto nei primi 5 mesi della stagione e perché l’obiettivo Champions League, passato da minimo indispensabile ad esiziale, non consente altri inciampi. Dunque addio al “calcio dominante” e all’ambizione di ribaltare come un calzino la squadra sotto l’aspetto tattico. Per il nuovo demiurgo rossonero lo scopo unico è quello di vincere le partite, subendo poco e segnando di più dell’avversario. Concetti come tiki-taka e possesso palla fine a se stesso vengono cancellati dal vocabolario. Si va verso un’idea di Milan più diretto e concreto nella sua proposta e più in linea con le caratteristiche dei giocatori che ha e avrà eventualmente a disposizione. La frase, ormai diventata celebre, “il calcio è semplice” e il tentativo di riportare un po’ di normalità tra le mura di Milanello suonano tanto come un richiamo al manifesto allegriano.
Dall'altra parte, c’è il Conceiçao in versione Conte, quello che anche nelle sue precedenti esperienze tra Francia e Portogallo ha sempre esercitato il ruolo di lìder maximo, di condottiero e di quindi di un profilo che andasse oltre quello dell’uomo di campo. Come affermato in un’intervista ad un podcast portoghese del passato novembre, il nuovo allenatore del Milan ama sapere tutto ed il contrario di tutto delle persone, in primis degli atleti, con cui si trova a lavorare. Abitudini alimentari, rapporti con la famiglia, frequentazioni fuori dall’ambiente lavorativo e tanto altro ancora; appena insediatosi a Milanello, nel poco tempo avuto a disposizione ha preso contatto con reparto medico, fisioterapisti e tutti coloro i quali popolano il centro sportivo del Milan. Un allenatore all’inglese, un manager: l’esatto contrario di quello che Ibrahimovic, Moncada e Furlani hanno dichiaratamente cercato in Paulo Fonseca la scorsa estate. Fu lo stesso ex calciatore svedese a mettere un muro tra il Milan e profili alla Conte, in quanto nella visione di RedBird l’allenatore viene visto solo in quanto tale e le altre dinamiche sono competenza del club. Ebbene, da oggi - se le parole hanno ancora un peso - non sarà più così.
Sergio Conceiçao si prende il Milan al 100%, con tutto il pacchetto. Fatto di pressioni, stress e grandi responsabilità. Ma anche con le spalle larghe di chi in carriera, sia da subentrante che da inizio stagione, ha dimostrato di conoscere abbastanza bene le logiche del calcio moderno per uscire da situazioni complicate. Un po’ con la semplicità di Allegri, un po’ col controllo a 360° di Conte.
Tutti gli AGGIORNAMENTI in TEMPO REALE! Unisciti al canale WHATSAPP DI CALCIOMERCATO.COM: clicca qui
Un po’ Allegri e un po’ Conte. Non è sfuggito ai più che, in occasione della sua cerimonia di insediamento, l’ex allenatore del Porto abbia richiamato alla mente e ammiccato a due profili di tecnici che il club rossonero ha sondato - tra l’estate scorsa e le ultime settimane - salvo poi prendere una strada differente. Da una parte il rivendicare un’idea di calcio che - per quanto nei suoi 13 anni di carriera sia cambiata più volte adattandosi alle qualità dei calciatori - vuole essere tanto semplice quanto impattante nell’immediato. Perché il Milan di Conceiçao di tempo ne ha poco per recuperare quello perduto nei primi 5 mesi della stagione e perché l’obiettivo Champions League, passato da minimo indispensabile ad esiziale, non consente altri inciampi. Dunque addio al “calcio dominante” e all’ambizione di ribaltare come un calzino la squadra sotto l’aspetto tattico. Per il nuovo demiurgo rossonero lo scopo unico è quello di vincere le partite, subendo poco e segnando di più dell’avversario. Concetti come tiki-taka e possesso palla fine a se stesso vengono cancellati dal vocabolario. Si va verso un’idea di Milan più diretto e concreto nella sua proposta e più in linea con le caratteristiche dei giocatori che ha e avrà eventualmente a disposizione. La frase, ormai diventata celebre, “il calcio è semplice” e il tentativo di riportare un po’ di normalità tra le mura di Milanello suonano tanto come un richiamo al manifesto allegriano.
Dall'altra parte, c’è il Conceiçao in versione Conte, quello che anche nelle sue precedenti esperienze tra Francia e Portogallo ha sempre esercitato il ruolo di lìder maximo, di condottiero e di quindi di un profilo che andasse oltre quello dell’uomo di campo. Come affermato in un’intervista ad un podcast portoghese del passato novembre, il nuovo allenatore del Milan ama sapere tutto ed il contrario di tutto delle persone, in primis degli atleti, con cui si trova a lavorare. Abitudini alimentari, rapporti con la famiglia, frequentazioni fuori dall’ambiente lavorativo e tanto altro ancora; appena insediatosi a Milanello, nel poco tempo avuto a disposizione ha preso contatto con reparto medico, fisioterapisti e tutti coloro i quali popolano il centro sportivo del Milan. Un allenatore all’inglese, un manager: l’esatto contrario di quello che Ibrahimovic, Moncada e Furlani hanno dichiaratamente cercato in Paulo Fonseca la scorsa estate. Fu lo stesso ex calciatore svedese a mettere un muro tra il Milan e profili alla Conte, in quanto nella visione di RedBird l’allenatore viene visto solo in quanto tale e le altre dinamiche sono competenza del club. Ebbene, da oggi - se le parole hanno ancora un peso - non sarà più così.
Sergio Conceiçao si prende il Milan al 100%, con tutto il pacchetto. Fatto di pressioni, stress e grandi responsabilità. Ma anche con le spalle larghe di chi in carriera, sia da subentrante che da inizio stagione, ha dimostrato di conoscere abbastanza bene le logiche del calcio moderno per uscire da situazioni complicate. Un po’ con la semplicità di Allegri, un po’ col controllo a 360° di Conte.
Tutti gli AGGIORNAMENTI in TEMPO REALE! Unisciti al canale WHATSAPP DI CALCIOMERCATO.COM: clicca qui
Commenti
(210)Scrivi il tuo commento
Conceicao mi piace come allenatore, almeno come giocava con il suo Porto. Squadra tosta. Ma strat...