Conte torna alla Juve? Due ostacoli: il mercato e Allegri
Nulla di assolutamente straordinario perché si sa che Conte, oltre a rifiutare il Napoli, ha detto no alla Roma, che molto lo aveva corteggiato, per il dopo-Mourinho. Assai di recente, poi, l'ex allenatore di Juve, Chelsea, Inter e Tottenham ha detto che, a volte, nella vita ci si può sposare una seconda volta con la stessa fidanzata. Chiara allusione alla società bianconera e alla volontà di Conte di percorrere un altro po’ di strada insieme.
Sembra - e qui entriamo sul piano delle ipotesi - che Conte non solo abbia incontrato i dirigenti bianconeri, ma abbia anche già definito con loro anche i dettagli. Tra l'altro, qualche settimana fa, c'è chi dice di averlo visto a Vinovo. Dove, come tutti sanno, si svolge l'attività del settore giovanile, ma è pur sempre un fortino bianconero.
Conte che torna alla Juve non è una sorpresa per una serie di motivi. Uno, vuole stare vicino alla famiglia (vive a Torino) e la Juventus sarebbe la migliore soluzione per rendere compatibili sia le necessità private, sia quelle professionali. Due, pensa che sia arrivato il momento per aprire un ciclo lungo alla Juventus, cosa che non si compì la prima volta. Terzo, ha voglia di vincere altri scudetti e di portare - lui che non ci è mai riuscito con nessuna squadra - i bianconeri a competere per la Champions. Quarto, avendo fragorosamente rotto con Andrea Agnelli alcuni anni fa, è in perfetta sintonia con John Elkann e intende proporsi come il volto della nuova Juve.
Naturalmente sono tutte ragioni legittime, se non fosse che si scontrano con la realtà contrattuale di Allegri (accordo fino al 2025), con le difficoltà economico-finanziarie del club, con le pretese dello stesso Conte a proposito dell'ingaggio di calciatori importanti. Già si sa che l'allenatore sarebbe disposto a ridurre le sue pretese e, dunque, l'ingaggio, ma come farebbe la Juve a muoversi sul mercato con la situazione contabile che si ritrova?
Sussiste, poi, un altro problema che definirei strategico. E' ben vero che Allegri è l'ultimo sopravvissuto della gestione di Andrea Agnelli e che, dunque, la sua sostituzione è una sorta di atto politicamente dovuto, ma con quale imbarazzo si procederebbe all'avvicendamento, nel caso in cui l'allenatore toscano vincesse lo scudetto?
Evidentemente è un rischio che la nuova Juve vuole correre e che, certo, la maggioranza dei tifosi accoglierebbe con giubilo. Nonostante il secondo posto in classifica e il pareggio contro la capolista Inter, Allegri non ha recuperato posizioni nella considerazione dei tifosi. Conte, invece, resta amatissimo sia perché è stato il capitano di una Juve vincente, sia perché, da allenatore, l'ha riportata davanti a tutti in Italia, dopo un lungo oblio.