
Con Motta lo show è finito. Per la Juventus è un buon segno
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Tant'è che il titolo - l'unico - l'ha in fondo dato Cristiano Giuntoli, salutando ufficialmente Adrien Rabiot. Un altro di quelli di cui a Torino non sentiranno la mancanza. Non nel rapporto costo a bilancio/rendimento sul campo nell'arco temporale in cui è stato stipendiato.
LA CONFERENZA STAMPA DI THIAGO MOTTA
Ma in fondo qui il protagonista era Motta. E di riflesso il suo predecessore, per anni la gioia di colleghi che sulle 'sparate' di Allegri ci hanno campato e l'hanno fatto alla grande. Vi svelo un segreto: è anche per questa ragione che il tecnico a lungo ha goduto di buona stampa. Al di là del ben noto finale, Allegri è stato 'protetto' come pochi altri. La ragione? Dava titoli e stava simpatico. Non un brutto affare se ci aggiungete che a lungo ha ottenuto risultati.
Ma a Torino il tempo dello 'show della vigilia' è finito. E si augurano, da questo punto di vista, che inizi il tempo dello 'show sul campo'. Questo lo diranno i prossimi mesi, certo. Intanto però, quello che abbiamo capito dalla prima di Motta, è che non arriveranno grandi titoli.
Dimenticatevi il "corto muso", il "te ne intendi di ippica", il "dio di un dio ci sarà un motivo se uno vince sempre e l'altro non vince mai" e così via dicendo. L'epoca delle grandi sparate allegriane o dei lanci di giacca. 'Fumo negli occhi', se volessimo essere cattivi; 'colore' per tutti gli altri. Affermazioni o risposte che facevano la gioia dei titolisti alla viglia delle uscite della Juventus.
Motta però sembra aver scelto fin da subito un altro profilo, un altro tipo di comunicazione. Molto più incline alle logiche della contemporaneità. Quella del 'nulla', di nuovo, per essere un po' caustici nella scelta delle parole. Quella delle conferenze stampa che si fanno perché si devono fare, ma ne faremmo volentieri a meno.
Attenzione: non è una scelta del club. Ma puro stile del tecnico. Chi l'ha seguito anche a Bologna sa che quella del Thiago Motta visto e sentito ieri non è una novità juventina. Il neo tecnico bianconero è questo: risposte rapide, profilo basso, pochi titoli e molti sbadigli. Almeno per chi la sala stampa la deve frequentare per lavoro.
La notizia però, per i tifosi della Juventus, quelli veri, è che questa potrebbe essere una buona cosa. Poco spazio alle chiacchiere, al nulla, alla fuffa della vigilia che serve a noi per campare e a voi per alimentare le vostre discussioni sui social o al bar con gli amici, e più spazio a un motto che in fondo si riconcilia di più col mondo Juve: quello del profilo basso, del fare sabaudo.
Qualcosa che rimanda in qualche mondo all'epoca contiana: uno che non aveva scelto questo stile ma che di certo non amava le chiacchiere, l'interazione coi giornalisti. Un'epoca che è stata anche l'ultima in cui a Torino si sono costruite fondamenta solide, più che campare alla giornata con ciò che si aveva.
Da qui, dunque, la sensazione che andiamo ribadendo e che ormai avrete intuito: Motta non ha dato un titolo, probabilmente ne darà molto pochi... E per la Juventus è un buon segno. Sulla carta, si torna a fare sul serio. Ciò di cui il club ha più bisogno. Buona stagione a voi. E in bocca al lupo a noi. Lo show è finito. Titoli acchiappa-clic, clip virali e altre amenità ne vedremo poche.