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Chelsea, cosa c'è dietro l'anomala preseason degli uomini di Mourinho?
MERCATO - Difficile pensare che il mercato del Chelsea sia chiuso qui. Ci sarà almeno un innesto importante per solidificare una difesa (il nome in cima alla lista rimane quello di John Stones dell’Everton) che al momento è il reparto più debole (e non può esserlo, in una squadra di Mourinho). Ma bisogna ben conoscere il tecnico portoghese per capire quali sono i reali obiettivi del Chelsea quest’anno, e quale valore dare alle 4 gare dei Blues viste fin qui.
PERIODIZZAZIONE - Da anni Mourinho non allena in maniera tradizionale secondo i famosi carichi di lavoro estivi, ma in base a un'idea diversa, la periodizzazione tattica, che prevede lavoro tecnico e tattico sul campo in luogo delle lunghe e affaticanti sedute atletiche. L’idea di fondo (adottata soprattutto in Spagna, dal Barcellona in primis, dove Mou si è formato) è che i giocatori non sono come le batterie che si caricano e si scaricano, ma che i loro picchi e cali di forma siano ciclici e comunque inevitabili, e non ci sia nessun beneficio nel fare (banalizzando) una maratona ad agosto se si vuol essere lucidi a maggio dell’anno dopo. Ecco perchè Mourinho ha pianificato con la sua società una stagione che al momento sembra anomala. Preparazione breve, tourneè negli USA (4-2 poco confortante contro i New York Red Bulls, ma ampiamente prevedibile, pari con il PSG e 2-0 senza patemi dal Barcellona) e poi via il Community Shield. E sabato è già Premier. Nella testa di Mou non serviva grande lavoro tattico, tutto è già impostato, si riparte da dove si è arrivati.
TUTTO SOTTO CONTROLLO - Il Chelsea quest’anno cercherà di confermarsi in Premier League alla luce di un impianto di gioco consolidato, con gli stessi interpreti della scorsa stagione. L’unica arma in più è Falcao, che potrebbe essere l’alternativa a Diego Costa ma all’occorrenza diventare l’uomo in più in un tandem d’attacco in grado di modificare la squadra in 4-4-2, soprattutto con avversari di rango inferiore, ovvero in quelle partite (e Mou lo sa bene) in cui i tre punti sono più importanti che negli scontri diretti se vuoi vincere il campionato. La Champions invece sarà un’altra storia. Ma per quella c’è tempo: la vera competizione inizia in primavera e sarà lì che il tecnico portoghese alzerà i toni. Nelle sue dichiarazioni prestagionali, insomma, si è già delineato tutto.
LA SQUADRA - Certo rimangono diversi interrogativi su un gruppo che ha perso Cech (un ottimo numero uno e il 12 più lussuoso al mondo) e lo ha rimpiazzato con un Begovic che deve capire la differenza tra stare allo Stoke e al Chelsea, dove prendi mediamente 4 tiri in porta in meno a partita ma devi essere più reattivo e concentrato. Rimane un dubbio pure su Fabregas trequartista del 4-2-3-1: benino negli Stati Uniti, meno nel Community Shield. Ma la strada sembra tracciata. Non ha convinto Remy, mentre qualcosa in più ha fatto vedere Victor Moses (che sembra aver affossato definitivamente le chances di Cuadrado), in gol contro il PSG, mentre si aspetta il miglior Falcao in attesa del rientro di Diego Costa.
POLE POSITION - Mourinho in questi anni non si è guadagnato la simpatia degli avversari, ma certamente ne ha il rispetto e ogni cosa che fa viene tenuta in grande considerazione. Il Chelsea parte nel novero delle pretendenti al titolo stando in pole position, ma per motivi diversi rispetto allo scorso anno: prima lo era per qualità degli innesti, oggi lo rimane per blasone e consolidata esperienza, e per un minor numero di interrogativi nel breve, medio e lungo periodo, rispetto agli avversari. E sarà in primavera che la squadra dovrà realmente iniziare a far paura. Almeno stando ai piani di Mou.