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    Wenger batte Mou: sarà finalmente l'anno dell'Arsenal?

    Wenger batte Mou: sarà finalmente l'anno dell'Arsenal?

    La domanda più gettonata tra le chiacchiere calcistiche inglesi all’indomani della vittoria dell’Arsenal in Community Shield contro il Chelsea per 1-0 è - più o meno - la stessa che aleggiava un anno fa. Sarà l’anno dell’Arsenal? Riuscirà finalmente Arsene Wenger a portare al titolo una squadra che parte sempre come possibile piazzata ma con più dubbi che certezze se ragionata in termini di chances di vittoria di una lunga e logorante competizione come la Premier league?

    WENGER - L’impressione di questi anni è che Wenger sia sempre stato un ottimo venditore (Fabregas e Van Persie le due più clamorose cessioni seguite da quella di Nasri) ma non un altrettanto ottimo compratore (Giroud, Ozil e Sanchez, per citare gli ultimi tre maggiori acquisti, hanno portato due FA Cup in due anni ma non il titolo in Premier che manca da più di un decennio). A suo favore va tenuto conto di un dato parallelo: nonostante le grandi rinunce l’Arsenal è sempre stato capace di confermarsi in zona Champions mentre ad esempio club blasonati come Liverpool o Tottenham non appena hanno rinunciato a Suarez o Bale subito dopo hanno avuto un arretramento in termini di risultati non riuscendo a rimpiazzarli adeguatamente, nemmeno a fronte di un gran numero di giocatori ingaggiati.
    MERCATO. Se fino a qualche anno fa l’Arsenal dava l’impressione di essere un club ottimo nella valorizzazione di giocatori di gran classe ma non incedibili (con le cessioni eccellenti a rafforzare questa idea), nelle ultime due-tre stagioni - grosso modo da quando il club ha finito di pagare gli sforzi finanziari sostenuti per l’Emirates - i Gunners sono tornati sul mercato a competere per giocatori di primissimo livello. Su tutti è stato l’ingaggio di Sanchez, esattamente un anno fa, a dare questa idea.

    FATTORE CECH - Quest’anno, ad onor del vero, manca ancora il colpo roboante, ma l’acquisto di Cech, trentatreenne portiere che ha lasciato gli eterni rivali del Chelsea con cui ha vinto tutto ciò che poteva vincere, appare in grado di dare allo spogliatoio un nuovo equilibrio e una diversa consapevolezza nella ricerca della vittoria: negli ultimi anni le staffette avevano sempre tentato di mascherare un nervo scoperto dell’impianto complessivo. Lo si è capito con i due interventi (soprattutto quello su Oscar a metà ripresa) che il portiere ha compiuto, blindando il risultato a Wembley in Community Shield. Ora servono le conferme nel lungo periodo, perchè è qui che l’Arsenal è sempre mancato.
    IL COLPO - Il mercato - certamente - non può dirsi chiuso. Se è vero che Wenger ha dribblato durante l’Emirates cup il tema “centravanti”, è altrettanto vero che la cessione in prestito all’Ajax (dopo quella al Crystal Palace) di Sanogo (che un anno fa di questi tempi appariva come giovane in grado di imporsi ad altissimi livelli) lascia una casella potenzialmente libera per l’attacco. Ma le 10 reti segnate nella preseason contro Everton, Lione e Wolfsburg rappresentano al momento il miglior alibi per il tecnico francese, che predica pazienza e non pare, del resto, aver fretta. Nel frattempo è stata dichiarata l’incedibilità del diciassettenne proveniente dall’academy del Lens, Jens Reine-Adelaide, che ha destato un’ottima impressione in Emirates Cup. Ma realisticamente il ritorno di Wellbeck e Sanchez dovrebbe chiudergli gli spazi lasciandogli solo qualche apparizione nelle coppe nazionali, di Lega in particolare. Ecco perchè, a pochi giorni dal via della Premier League, l’Arsenal appare come la più convincente realtà vista nella pre-season, ma il punto interrogativo sopra il quesito di lungo corso sulle reali ambizioni da titolo dei Gunners non può ancora essere tolto.

    Giovanni Armanini
    @armagio

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